Comunità Energetiche Rinnovabili: nuovi supporti dal GSE sulle CER

A disposizione degli utenti diversi strumenti informativi per comprendere i benefici economici e sociali derivanti dalla condivisione dell'energia

di Redazione tecnica - 17/04/2024

Favorire la diffusione delle comunità energetiche e creare consapevolezza sui benefici sociali, ambientali e economici che derivano dall'adesione a questo nuovo modello di condivisione dell'energia: con questi obiettivi il GSE ha messo a disposizione degli utenti due interessanti strumenti, per saperne di più su come funzionano le CER e quali vantaggi ne possono derivare.

Comunità energetiche rinnovabili: alcuni esempi di CER

Il primo strumento realizzato dal Gestore dei Servizi Energetici è una sezione dedicata ai casi d'uso più comuni per i clienti finali.

Si tratta di vere e proprie case histories, che raccontano in termini semplici e diretti tre diverse tipologie di CER, sempre con risultati ottimali in termini di efficienza, benefici sociali e risparmio energetico:

  • la storia di “Mario Bianchi”, condòmino residente in un palazzo che ha creato un gruppo di autoconsumo con il vicino di casa. Il tempo di recupero dell’investimento è di 8 anni, con un rendimento del 9%, su un impianto fotovoltaico di potenza pari a 36 kW, che produce irca 48.000 kWh/anno in 18 abitazioni che consumano mediamente 2.700 kWh (ciascuna all'anno) e che condividono l’energia consumata con il gruppo di autoconsumo;
  • la storia di “Carla Verdi”, che ha proposto l’installazione della CER nella parrocchia di quartiere e che prevede un impianto fotovoltaico di potenza pari a circa 60 kW, che produce circa 80.000 kWh/anno, con 30 membri che consumano circa 2700 kWh anno. I ricavi dalla produzione possono essere per esempio utilizzati in opere e strutture a beneficio di tutta la comunità;
  • la storia di “Giulia Rossi”, che vive in un’abitazione indipendente e che ha adertito a una CER realizzata da un Comune e composta da un impianto fotovoltaico di potenza pari a 18 kW che produce circa 24.000 kWh/anno, utilizzata da 20 clienti finali che condividono l'energia consumata con la comunità stessa, senza aver sostenuto alcun costo per l’impianto.

Previsti inoltre:

  •  l’invio di una newsletter periodica interamente dedicata alle CER, nella quale si approfondiranno i quesiti più complessi, si aggiorneranno gli utenti su tutte le novità e i momenti di formazione e informazione legati alle comunità energetiche.
  • l'utilizzo di un simulatore per ottenere informazioni dettagliate sui vantaggi dell'autoconsumo ed effettuare simulazioni tecnico economiche.

Cosa sono le CER

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono soggetti giuridici autonomi che hanno come obiettivo fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai membri che ne fanno parte o alle aree locali in cui opera.

I soggetti che fanno parte delle CER (che possono includere cittadini, PMI, enti territoriali, autorità locali, associazioni con personalità giuridica di diritto privato, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale) condividono, tramite i loro consumi, l'energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile.

Come spiega il GSE, grazie all'impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, l'energia viene condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, connessi alla medesima cabina primaria.

I fondi per le CER nei piccoli Comuni

Ricordiamo che fino al 31 marzo 2025 è possibile presentare richiesta di accesso ai fondi PNRR per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, da inserire in una configurazione di Comunità energetiche rinnovabili (CER) o di Gruppo di autoconsumatori per la quale risulti attivo il contratto per l'erogazione della tariffa incentivante.

Nel dettaglio, è previsto un contributo fino al 40% delle spese sostenute per la realizzazione di impianti:

  • di nuova costruzione o un potenziamento di impianto esistente;
  • con potenza non superiore a 1 MW;
  • ubicati in comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

Tutti i dettagli sui requisiti di accesso sono contenuti nell'Avviso Pubblico del MASE.

 

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