Correttivo Codice Appalti: consorzi stabili al centro del dibattito
La riforma del Codice dei contratti è in dirittura d’arrivo. Divisive le modifiche inserite al Codice dei contratti che riguardano l’art. 67 sui “Consorzi non necessari”
Entro oggi arriverà l’ultimo parere delle Commissioni parlamentari (VIII Commissione alla Camera) dopo il quale partirà il countdown per la definizione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del primo vero correttivo al D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti).
Tra le diverse disposizioni di modifica sta facendo molto discutere quella all’art. 67 del Codice dei contratti, che ha già sollevato un acceso dibattito nel settore delle opere pubbliche, mettendo sotto i riflettori il ruolo dei consorzi stabili. Molte critiche sono arrivate da Angelo Contessa, Presidente di COBUILD, che ha accusato il Governo di contraddire i propri impegni verso la tutela delle piccole e medie imprese (PMI).
Il nodo centrale: i consorzi stabili come pilastro delle PMI
Contessa sottolinea che i consorzi stabili rappresentano una soluzione fondamentale per garantire la sopravvivenza delle PMI in un mercato sempre più dominato da grandi operatori. Una forma associativa che consente alle piccole imprese di unire risorse, competenze e capacità operative per competere in appalti pubblici di dimensioni e complessità altrimenti inaccessibili.
La critica principale al correttivo risiede nella percezione che le modifiche proposte riducano drasticamente la flessibilità operativa dei consorzi stabili, penalizzando l’accesso delle PMI al mercato degli appalti pubblici. Contessa evidenzia un paradosso: mentre il Governo, a parole, ribadisce il ruolo strategico delle PMI come motore dell’economia italiana, con i fatti rischia di indebolire uno dei principali strumenti che consente loro di partecipare al settore pubblico.
L’avvalimento come soluzione o limite?
Un elemento particolarmente controverso riguarda il ricorso all’avvalimento, che il correttivo prevede come una delle modalità per dimostrare i requisiti tecnico-finanziari nei consorzi stabili. Contessa critica aspramente questa scelta, definendola una "formalità burocratica" che non garantisce realmente la disponibilità delle risorse necessarie in cantiere.
Secondo il Presidente di COBUILD, l’avvalimento rischia di complicare ulteriormente il sistema senza offrire vantaggi concreti, trasformandosi in un ulteriore ostacolo per le PMI, già gravate da difficoltà burocratiche. Questa posizione trova riscontro nelle difficoltà operative che molte imprese lamentano nell’utilizzare l’avvalimento come strumento effettivo, anziché come mero adempimento formale.
Designazione a cascata e periodo transitorio
Un altro punto critico introdotto dal correttivo è l’obbligo di designazione a cascata: quando un consorziato designato è a sua volta un consorzio di cooperative o artigiani, esso deve indicare i propri consorziati. Questa misura, pensata per garantire trasparenza, è vista da Contessa come un ulteriore appesantimento burocratico che rischia di rendere le procedure più complesse e meno efficaci.
Il comunicato stampa evidenzia anche la mancanza di una fase transitoria adeguata per permettere agli operatori di adattarsi al nuovo quadro normativo. Questa lacuna rischia di destabilizzare il mercato, mettendo le imprese di fronte a cambiamenti improvvisi senza il tempo necessario per riorganizzarsi.
Una riforma sbilanciata e disomogenea
Contessa critica inoltre la disparità di trattamento riservata ai diversi tipi di consorzi: mentre quelli stabili subiscono restrizioni significative, altre tipologie di consorzi tradizionali rimangono sostanzialmente inalterate. Questa incoerenza normativa solleva interrogativi sull’equità del correttivo e sulla sua effettiva capacità di regolamentare il settore in modo uniforme.
Conclusioni
Il comunicato stampa si chiude con un appello alla politica, invitata ad ascoltare le esigenze degli operatori del settore e ad evitare decisioni tecnocratiche che rischiano di danneggiare il tessuto economico rappresentato dalle PMI. Contessa richiama le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro Matteo Salvini, che hanno più volte sottolineato l'importanza di tutelare le PMI, chiedendo coerenza tra le dichiarazioni pubbliche e le scelte normative.
“Il destino delle PMI,” conclude Contessa, “non può essere lasciato a scelte tecnocratiche.”
Le preoccupazioni sollevate nel comunicato stampa sono legittime e riflettono le criticità di un settore che richiede equilibrio tra trasparenza, efficienza e tutela delle PMI. Sebbene il correttivo proponga soluzioni per armonizzare il sistema, è essenziale che queste non compromettano la capacità operativa dei consorzi stabili, fondamentali per garantire l’accesso delle PMI al mercato pubblico.
La questione resta aperta, e sarà compito del Governo trovare un punto di equilibrio che tuteli la competitività delle piccole imprese senza sacrificare i principi di trasparenza e sostenibilità del sistema.
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