Correttivo Codice Appalti: promossi e bocciati secondo OICE
L'Associazione valuta aspetti positivi e negativi dello schema di decreto legislativo appena approvato, che modificherà il d.Lgs. n. 36/2023
Sono tante le modifiche al nuovo Codice dei Contratti Pubblici che vanno accolte con favore, anche se rimangono ancora punti irrisolti o situazioni che destano non poche perplessità.
Codice Appalti 2023: OICE sulle modifiche approvate
È questa in sintesi la valutazione dell’OICE in relazione allo schema di decreto legislativo approvato in Consiglio dei Ministri, a correzione del d.Lgs. n. 36/2023, un corpus consistente di modifiche e integrazioni che andranno a incidere sul testo in vigore da soltanto un anno e mezzo circa.
Sicuramente positivi l’apertura al mercato, i sistemi di contenimento dei ribassi di cui bisogna verificare gli effetti e l’innalzamento a 2 milioni di lavori per l’obbligo di BIM, mentre di segno opposto sono i commenti sull’assenza dell’anticipazione per i progettisti, sulla soglia fiduciaria confermata a 140mila euro e sulle mancate modifiche all’appalto integrato.
Irrisolte anche le questioni sui parametri previsti all’allegato I.13 e quelle sull’applicazione della revisione prezzi ai progettisti.
Le valutazioni positive
“Abbiamo molto apprezzato il metodo seguito questa volta dal Ministero che ci ha coinvolti e ha svolto un grande lavoro di analisi delle proposte pervenute da quasi 100 stakeholder – ha premesso Giorgio Lupoi, Presidente dell’Associazione. “Nel merito, riservandoci di approfondire in questi giorni lo schema, è per noi motivo di grande soddisfazione che sia stata accolta la nostra proposta di portare l’arco temporale delle referenze utili a partecipare alle gare da tre a dieci anni: da luglio 2023 abbiamo pubblicato un nostro disciplinare-tipo con questa scelta, seguita peraltro dal 60% delle stazioni appaltanti".
In riferimento all’equo compenso, per Lupoi “è positivo intanto che sia stata fatta chiarezza su come applicare i principi della legge n. 49/2023 nel campo dei contratti pubblici. Avevamo espresso qualche dubbio sulla compatibilità e il Ministero ce ne ha dato conferma, seppur nella necessità di trovare una soluzione di compromesso che tende ad assicurare qualità del progetto, grazie alla reintroduzione del limite del 30% al peso del prezzo e all’applicazione di formule esponenziali per i ribassi, entrambe nostre proposte della prima ora”.
Tra le valutazioni positive anche l’attenzione all’equilibrio contrattuale negli accordi quadro, “a tutela dell’operatore economico che potrà svincolarsi dal contratto”; bene anche la modifica sull’obbligo di BIM portato a 2 milioni, così come la delega al Consiglio Superiore per rivede i contenuti del PFTE negli appalti integrati e la reintroduzione negli allegati della copertura assicurativa per errori o omissioni del progetto, proposta proprio da OICE. “Accogliamo con favore infine l’introduzione degli accordi collaborativi fra stazione appaltante e operatori economici. Per parte nostra continueremo a presentare soluzioni migliorative, sempre con spirito collaborativo, come ad esempio la previsione del sistema SOA anche per la progettazione e la direzione lavori”.
Aspetti negativi e punti irrisolti
Per il presidente dell’OICE sono invece tutti da verificare gli effetti della soluzione di compromesso per gli affidamenti al di sopra della soglia dei 140mila euro: “noi eravamo a favore di un sistema più chiaro, più semplice, sempre a garanzia della qualità. Rimane però il tema dell’adeguamento dell’allegato I.13, l’ex decreto parametri: è urgente e non più rinviabile”.
Altri aspetti del testo che non sono stati considerati e sui quali rimangono problemi riguardano la previsione dell'anticipazione contrattuale “inspiegabilmente ancora negata ai progettisti", così come sulle soglie per gli affidamenti fiduciari che legittimano la quasi scomparsa degli affidamenti sopra soglia UE. "Va infine chiarito che per la revisione prezzi la progettazione non è in alcun modo un servizio ad esecuzione istantanea perché l'affidatario è coinvolto non solo per la redazione del progetto ma, per mesi, in tutto l'iter di adeguamento alle prescrizioni delle Amministrazioni e, spesso, anche dopo”, conclude Lupoi.
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