Correttivo Codice: gravi discriminazioni per i Consorzi Stabili

Le dichiarazioni del presidente dell'UCSI: trattamenti differenziati rispetto alle altre forme consortili, come i Consorzi Artigiani e i Consorzi di Cooperative

di Redazione tecnica - 05/03/2025

Il d.Lgs. n. 209/2024, il c.d. "Correttivo al Codice degli Appalti"ha introdotto modifiche normative che stanno suscitando forti preoccupazioni tra i Consorzi Stabili, penalizzandoli rispetto ad altre forme aggregative di imprese.

Consorzi stabili: il Correttivo al Codice li penalizza

 «Il Correttivo ha introdotto una grave discriminazione ai danni dei Consorzi Stabili, unici soggetti del settore delle costruzioni a subire restrizioni che ne limitano la capacità operativa e competitiva. Non comprendiamo quale sia l’obiettivo di queste misure, né quali risultati si vogliano ottenere penalizzando uno strumento che da sempre consente alle piccole e medie imprese di partecipare agli appalti pubblici in modo strutturato e qualificato», ha dichiarato Giuseppe Costantino, presidente nazionale dell’Unione Consorzi Stabili (UCSI).

Il nodo principale sollevato dall’UCSI riguarda il trattamento differenziato tra i Consorzi Stabili e le altre forme consortili, come i Consorzi Artigiani e i Consorzi di Cooperative, che continuano invece a godere di condizioni agevolate.

Queste le principali criticità evidenziate da Costantino:

  • obbligo di attestazione SOA per tutte le consorziate: mentre ai Consorzi Artigiani e ai Consorzi di Cooperative è consentito indicare consorziate prive di attestazione SOA, ai Consorzi Stabili questa possibilità viene preclusa, costringendoli ad aggregare solo imprese già qualificate;
  • limitazione alla partecipazione multipla delle imprese nei Consorzi: mentre un’impresa può far parte di più Consorzi Artigiani o di Cooperative, nei Consorzi Stabili questo è vietato, riducendo così la possibilità di collaborazione tra imprese;
  • divieto di avvalimento, differentemente dai Consorzi Artigiani e di Cooperative ai quali è concesso di utilizzare i requisiti di un'altra impresa per qualificarsi a una gara.

«Questa evidente disparità di trattamento non ha alcuna giustificazione - ha aggiunto Costantino - I Consorzi Stabili svolgono una funzione similare a quella svolta dai Consorzi Artigiani e di Cooperative: aggregano le PMI, ne rafforzano la competitività e consentono loro di accedere a gare alle quali non potrebbero partecipare. Se il legislatore, giustamente, riconosce il valore dei Consorzi Artigiani e di Cooperative, non si capisce perché neghi gli stessi diritti ai Consorzi Stabili».

Il nodo del subappalto e la procedura d’infrazione UE

Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalle restrizioni in materia di subappalto. L’Italia è già sotto la lente dell’Unione Europea per violazione delle direttive comunitarie sul subappalto e il Correttivo al Codice degli Appalti, secondo UCSI, invece di risolvere le problematiche sollevate da Bruxelles, introduce ulteriori restrizioni che rendono ancora più complessa la gestione operativa dei Consorzi Stabili.

«È nostra intenzione proporre un ricorso all’Antitrust e a tutti gli organi preposti, allo scopo di tutelare le PMI che vivono e crescono nei Consorzi Stabili – ha continuato il presidente UCSI. Senza dimenticare che, dal 31 dicembre, data di entrata in vigore del Correttivo, i Consorzi Stabili non possono ottenere l’attestazione Soa prevista dallo stesso d.Lgs. n. 209/2024, sul quale ad oggi, gli organismi di qualificazione non hanno indicazioni operative per agire», conclude.

 

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