Crediti fiscali, oltre 25 miliardi quelli ancora bloccati
La conferma da Federcepicostruzioni in un incontro con il Governo. Il presidente Lombardi: 80mila imprese attendono ancora risposte
Il Decreto Cessioni ha messo un freno all’utilizzo delle opzioni previste dal comma 1 dell'art. 121 del Decreto Rilancio, e quindi all’utilizzo dello sconto in fattura o della cessione del credito in luogo delle detrazioni dirette per le spese sostenute per gli interventi elencati al comma 2 (comprendenti Superbonus, Sismabonus, Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate, Bonus Barriere Architettoniche, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica), aggiungendo ulteriore benzina sul fuoco di una situazione complessa per le imprese.
Bonus edilizi: il problema dei crediti bloccati
Non si può infatti dimenticare che persiste il problema dei crediti già maturati dalle imprese e che continuano a giacere nei cassetti fiscali, senza alcun cessionario che si faccia avanti.
Un’emergenza che Federcepicostruzioni ha messo sul tavolo del Governo (presenti, tra gli altri, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti; il Vice Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava; il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante; il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Massimiliano Fedriga), riproponendo con forza il problema dei crediti incagliati.
Il presidente della Federazione, Antonio Lombardi, nel sottolineare l’estrema gravità della situazione, ha ricordato che sono ormai 80mila in Italia i cantieri fermi e ha apprezzato la disponibilità dell’AD di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, con l’auspicio che CDP riprenda l’acquisizione dei crediti. “Anche a lui – conclude Lombardi - abbiamo ribadito i numeri di una situazione ormai emergenziale: Sono 20.000 le imprese che non riescono a monetizzare i crediti acquisiti soprattutto con il Superbonus 110%: i crediti incagliati ammontano ormai a 25 miliardi di euro”.
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