Crediti fiscali trasferibili: un'opportunità per la riqualificazione immobiliare

Se la privatizzazione degli immobili può aiutare lo Stato a far cassa, per non svenderli è importante però riqualificarli. I crediti fiscali trasferibili possono essere una soluzione per incoraggiare gli investimenti

di Stefano Sylos Labini - 04/03/2025

Recentemente, la società di consulenza Deloitte ha pubblicato un report intitolato "Ridurre il debito pubblico in Italia valorizzando i suoi asset reali. Padroni del nostro Destino", nel quale viene avanzata una proposta di privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico con l'obiettivo di ridurre l'oneroso debito pubblico italiano.

Questo debito, che grava sullo sviluppo del Paese a causa di una spesa annua per interessi pari a circa 90 miliardi di euro, rappresenta un vincolo significativo per le finanze pubbliche. Secondo le stime, il valore del patrimonio immobiliare di Stato si aggira intorno ai 300 miliardi di euro e include immobili di proprietà dello Stato centrale e delle amministrazioni locali.

Valorizzazione degli immobili pubblici: come operare?

Tuttavia, per evitare una svendita di questi beni, è essenziale procedere a una loro valorizzazione, in linea con la Direttiva Case Green. Un ampio intervento di rigenerazione immobiliare, che comprenda costi di ristrutturazione e di efficientamento energetico, richiederebbe investimenti complessivi stimati intorno ai 500 miliardi di euro. Di fatto, secondo Deloitte, questa operazione potrebbe portare a una rivalutazione del patrimonio pubblico fino a 1.100 miliardi di euro, con una plusvalenza netta superiore ai 200 miliardi.

Il modello di finanziamento ipotizzato per questa operazione si basa su strumenti di Partenariato Pubblico-Privato, coinvolgendo il risparmio privato attraverso investitori istituzionali quali casse di previdenza, fondi pensione, fondazioni, assicurazioni e altri operatori del risparmio gestito.

Tuttavia, vi sono due ostacoli principali:

  • da un lato, le risorse finanziarie limitate dello Stato;
  • dall'altro, l'incertezza legata ai tempi di ritorno degli investimenti, che potrebbe dissuadere il settore privato dal partecipare attivamente a questi progetti.

Strategie di riqualificazione immobiliare: ripristinare i crediti fiscali trasferibili

Un'alternativa efficace potrebbe essere rappresentata dall'utilizzo dei crediti fiscali trasferibili, che consentirebbero di finanziare investimenti significativi senza richiedere allo Stato di anticipare l'intera spesa in euro. Una parte degli investimenti sarebbe infatti sostenuta attraverso questi titoli, i quali permettono di compensare imposte future ma non sono rimborsabili direttamente in euro. Considerando che ogni anno lo Stato italiano raccoglie circa 900 miliardi di euro tra entrate tributarie e contributi previdenziali, si evince una capacità di assorbimento di tali strumenti piuttosto ampia.

Affinché questa strategia sia efficace, è cruciale garantire la piena trasferibilità dei crediti fiscali, permettendone la circolazione e la monetizzazione in un mercato fluido ed efficiente.

Perché i crediti fiscali trasferibili aiutano l'economia

Analizzando i dati ISTAT sui conti pubblici italiani del 2024, il rapporto deficit/PIL è sceso al 3,4%, rispetto al 7,2% registrato nel 2023, mentre il debito pubblico è leggermente aumentato dal 134,6% al 135,3% del PIL. Questo andamento suggerisce che il rapporto deficit/PIL del 2023 sia stato influenzato dai crediti fiscali pagabili, ma il loro impatto reale sul bilancio pubblico è meglio rappresentato dall'andamento del debito/PIL. Tra il 2020 e il 2024, il rapporto debito/PIL  calato dal 154,1% al 135,3%, segnando una riduzione di quasi 19 punti percentuali.

Questa dinamica contraddice la narrativa secondo cui i crediti fiscali trasferibili nell'edilizia, in particolare il Superbonus, avrebbero generato un disastro finanziario. Al contrario, la loro applicazione avrebbe contribuito significativamente alla riduzione del debito pubblico, con un risultato potenzialmente più alto, se i governi che si sono succeduti in questo arco di tempo non avessero fatto di tutto per ostacolare la cessione dei crediti fiscali creando grossi problemi a committenti e imprese.

In questo contesto, la decisione di limitare la trasferibilità dei crediti fiscali, che hanno dato una forte spinta all’economia, appare un errore strategico, soprattutto in un momento di rallentamento economico, aumento delle pressioni inflazionistiche, restrizioni all'export e incremento della spesa militare.

Se quindi la rivalutazione del patrimonio immobiliare pubblico rappresenta un elemento chiave per eventuali privatizzazioni volte a ridurre il debito pubblico e la relativa spesa per interessi, i crediti fiscali trasferibili possono giocare un ruolo determinante in questa strategia, offrendo un'opportunità concreta per sostenere gli investimenti senza compromettere la stabilità delle finanze pubbliche.

A cura di Stefano Sylos Labini
Gruppo Moneta Fiscale

© Riproduzione riservata