Decreto Cessioni e sicurezza sul lavoro, domani mobilitazione nazionale

La manifestazione, organizzata da FENEAL UIL e FILLEA CGIL, si svolgerà a Torino, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo, punta a chiedere maggiore qualità del lavoro nel settore edile

di Redazione tecnica - 31/03/2023

È prevista per domani sabato 1° aprile la mobilitazione in 5 piazze italiane per la modifica al Decreto Cessioni e delle norme a maggiore tutela del lavoro nel settore edile, dalla sicurezza nei cantieri alle previsioni nel Codice degli appalti. 

Lavoratori edili: domani la giornata nazionale di mobilitazione 

Organizzara da FENEAL UIL e FILLEA CGIL, la Giornata Nazionale di Mobilitazione dei Lavoratori Edili vedrà la partecipazione delle sigle di sindacali, che invitano a scendere in piazza anche associazioni di cittadini, studenti e pensionati, comitati e associazioni ambientaliste, professionisti e imprenditori.

Le richieste che verranno avanzate riguarderanno:

  • la modifica del decreto legge n. 11/2023 sui bonus edili: le sigle sindacali richiedono lo sblocco dei crediti ma soprattutto di dare stabilità alle percentuali di incentivo per i prossimi 10 anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli incapienti e per i redditi medio-bassi, per i condomini e per chi vive nelle periferie. Si richiede anche un intervento pubblico diretto, anche straordinario, per l’Edilizia Pubblica Residenziale;
  • una legge quadro per la rigenerazione urbana, con una nuova pianificazione urbanistica basata su maggiori risorse e strumenti partecipativi, in coerenza con gli obiettivi del Next Generation Eu e dell’Agenda ONU per città sostenibili;
  • vincoli stringenti sull’obbligo di applicare e rispettare i CCNL Edili in tutti gli appalti di lavori rientranti nei perimetri e nei campi di applicazione dell’Allegato X del Dlgs. 81/2008, a partire dagli appalti di lavori pubblici, migliorando le previsioni del nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali;
  • il ripristino del divieto dei sub appalti a cascata come previsto dall’attuale Codice degli Appalti e la valorizzazione delle imprese più strutturate, la loro qualificazione, la loro crescita dimensionale.

Come si legge nel comunicato “Vogliamo politiche industriali, certezza di risorse, maggiore programmazione per avere maggiore qualità del lavoro, qualificazione dell’impresa, nuovi materiali e nuove tecniche costruttive. Vogliamo diventare un Paese migliore, più efficiente, sicuro e ambientalmente sostenibile. Per fare questo dobbiamo difendere e valorizzare il lavoro di qualità, sicuro e legale, indispensabile per azzerare le morti sul lavoro e in particole nei cantieri. Su questo come sindacato siamo pronti a dare il nostro contributo, per fare riconsocere ai lavoratori il ruolo che meritano: quello di protagonisti della vita economica e sociale del Paese”.

Per farlo "Servono politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni, per difendere l’occupazione esistente che c’è e per crearne di nuova. Servono politiche industriali per riqualificare e rigenerare il costruito, per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica, sicurezza antisismica e sostenibilità ambientale decisi dall’ Onu e dall’Europa. Servono risorse e strumenti per realizzare la città dei 15 minuti, per garantire case di qualità, aree verdi, servizi di prossimità a partire dalle nostre periferie. Servono infrastrutture e opere pubbliche di qualità, avanzate che dai grandi interventi alla riqualificazione diffusa di scuole, ospedali, case popolari garantiscano a tutti di vivere meglio".

 

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