Decreto Superbonus, i liberi professionisti attendono (ancora) risposte
Da Fondazione Inarcassa la richiesta di trovare soluzioni efficaci per i liberi professionisti, al momento i più penalizzati da una normativa confusa e in continua evoluzione
Entro la fine del mese di febbraio saranno 31 i provvedimenti normativi (la maggior parte dei quali Decreti Legge) che sono intervenuti sulla normativa che regola il superbonus e il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito).
Decreto Rilancio: un marasma normativo in itinere
Un numero enorme di correzioni che sono servite in prima battuta a completare una norma nata frettolosamente durante il periodo pandemico, poi a semplificarne l’utilizzo (ricordiamo il D.L. n. 77/2021 con la CILAS), per arrivare alle ultime fasi in cui si è posto rimedio al problema delle frodi, si è rimodulato il superbonus e, infine, si è bloccato definitivamente il meccanismo di cessione del credito.
Arrivati alla fine del 2023, nonostante le ripetute richieste degli operatori del comparto edile, il Legislatore ha messo la parola fine all’epoca del superbonus, riducendo al contempo le possibilità di utilizzo del bonus 75% previsto per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Con il Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus), il Governo è quindi rimasto sordo alle richieste di aiuto dei contribuenti e delle famiglie che volevano solo avere la possibilità di cedere i crediti maturati e completare i cantieri in corso utilizzando l’aliquota del 90/110% (anziché il 70%).
Il commento di Fondazione Inarcassa
“L’approvazione alla Camera del cosiddetto decreto superbonus - afferma il Presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio - annuncia di fatto la fine di una stagione che ha avuto il grande merito di mettere al centro dell’agenda politica di questi ultimi anni il tema della riqualificazione e della messa in sicurezza del patrimonio edilizio e, in un momento delicato per l’economia del paese, di rilanciare il settore dell’edilizia ed il suo indotto, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro in tutta la filiera delle costruzioni. Sin dal suo insediamento, l’attuale governo è apparso determinato a chiudere i conti con una misura che ha attirato tante critiche, sotto il profilo applicativo e sotto quello della tenuta dei conti pubblici. Non vorremmo però che con il decreto superbonus si metta la parola fine anche all’indifferibile esigenza per il nostro paese di adottare un piano stabile e duraturo di interventi mirati alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio, che comprendano tanto la riqualificazione energetica quanto il miglioramento e l’adeguamento sismico”.
“Il superbonus ha comportato in molti casi diverse criticità nell’esercizio della libera professione da parte degli architetti e ingegneri - prosegue De Maio - A partire dall’istituto del general contractor, verso cui la Fondazione Inarcassa ha sempre mostrato una posizione contraria e sul cui utilizzo occorreva maggiore prudenza, considerati gli scandali corruttivi legati al 110 per cento”.
Il problema dei crediti incagliati
Non poteva mancare un appunto sul problema dei crediti fiscali che il mercato non riesce o non vuole più assorbire. “C’è poi l’altro annoso problema della cessione dei crediti bloccati e incagliati - afferma il Presidente di Fondazione Inarcassa - Sono ancora tanti i liberi professionisti che attendono delle risposte al problema dei crediti incassati che rischiano di trasformarsi in carta straccia. Da non sottovalutare, infine, il tema della ipertrofia normativa che ha cambiato le regole del gioco in corsa, ha burocratizzato le procedure di avvio dei lavori e, quindi, ha complicato il lavoro dei liberi professionisti. In una fase di superamento del 110 per cento, la Fondazione Inarcassa vuole condividere con le Istituzioni un pacchetto di proposte per rilanciare un programma di interventi di lungo periodo e per centrare gli obiettivi della Direttiva Epbd case green. Facendo leva sugli incentivi fiscali che devono continuare ad esistere, ma vanno migliorati, occorre, in primo luogo, favorire la migliore allocazione delle risorse pubbliche ottimizzando i risultati degli interventi, rendendo obbligatorio, prima di ogni intervento di riqualificazione energetica, la verifica statica e sismica degli edifici”.
Ultimo appunto riguarda la possibilità di prevedere un nuovo sistema di agevolazioni che premi l’accoppiata riqualificazione energetica-riduzione del rischio sismico e la stabilizzazione della normativa sui bonus edilizi. “È auspicabile - conclude il Presidente De Maio - attivare un meccanismo premiante per l’accoppiamento di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico e anche prevedere aliquote diverse e crescenti rispetto al tipo di intervento da realizzare. Infine, riteniamo fondamentale una stabilizzazione normativa che definisca in modo chiaro gli ambiti di applicazione, evitando continui provvedimenti di proroga o deroghe troppo ravvicinate alle scadenze previste, poiché alimentano speculazioni, rischi, errori, ripensamenti e frizioni tra tutte le parti in gioco”.
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