Decreto Superbonus: nessuna speranza per la proroga
Non si prevedono grosse novità per la proroga del superbonus 110% e le modifiche al bonus 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche
Sono 122 le proposte di emendamento presentate sul disegno di legge di conversione Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 (Decreto Superbonus) su cui oggi cominciano le prime votazioni alla Camera dei Deputati.
Decreto Superbonus: aperte le votazioni alla Camera
Al momento sono poche (probabilmente nessuna) le speranze che il testo possa uscire dal primo giro di lettura con qualcuna delle richieste degli operatori. In particolare, l’attenzione degli operatori e associazioni di categoria si erano concentrate su due richieste principali:
- consentire la chiusura dei cantieri aperti con il superbonus al 110% (e non al 70%);
- tutelare i diritti della filiera pesantemente danneggiata a seguito delle modifiche apportate al bonus 75% per l’abbattimento delle barriere
Come ammesso dal relatore Guerino Testa (Fratelli d’Italia), intervenuto ieri durante la discussione in aula, nonostante i 25.000 cantieri che non sono ancora riusciti ad arrivare al fine lavori e considerati i costi di oltre 140 miliardi di euro che continuano a lievitare e che rappresentano un “pozzo senza fondo”, è evidente che “Il Governo Meloni abbia privilegiato l’interesse pubblico rispetto agli interessi particolari, ha voluto difendere la salvaguardia dei conti pubblici e la tenuta degli equilibri del bilancio pubblico rispetto alle decisioni scellerate del Governo 5 stelle il cui lascito ha causato una voragine per le casse dello Stato che ha condizionato e continuerà a condizionare fortemente nel futuro la politica economica e di sviluppo del nostro Paese”.
Il relatore ha ammesso che “Con il superbonus si è eliminata qualsiasi ragione di contrattare il prezzo dei lavori. Clienti e fornitori sono dalla stessa parte e chi paga è pantalone. Gli effetti devastanti della spesa in superbonus hanno fortemente alternato il sistema dei conti pubblici”.
122 emendamenti presentati
Erano 122 le proposte di emendamento presentate:
- 65 riguardano l’art. 1 (Disposizioni in materia di bonus nel settore dell’edilizia) che, ricordiamo, ha previsto la disposizione “salva SAL” e il contributo per i redditi bassi per concludere i cantieri in corso;
- 18 riguardano l’art. 2 (Opzione per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali e misure relative agli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici) mediante il quale sono state ristrette le possibilità di utilizzo delle opzioni alternative e prevista l’assicurazione obbligatoria per gli interventi che accederanno ancora al bonus 110% fino al 31 dicembre 2025 (art. 119, comma 8-ter del D.L. n. 34/2020):
- 39 sono relative all’art. 3 (Revisione della disciplina sulla detrazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche) che ha notevolmente modificato la disciplina applicabile al bonus 75% previsto dall’art. 119-ter del D.L. n. 34/2020 per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Come apertamente ammesso dal Relatore, tutti gli emendamenti sono stati bocciati a causa dell’assenza di copertura. “Il testo che la Commissione Finanze ha licenziato la scorsa settimana per il successivo esame in aula - ammette Guerino Testa - archivia con ogni probabilità e in maniera definitiva la stagione del Superbonus al 90 o al 110%, fermo restando che per ogni iniziativa riguardante incentivi fiscali in favore dell’edilizia, coerentemente col quadro di finanza pubblica ed i vincoli di bilancio, si è sempre pronti e disponibili ad ascoltare nuove proposte, così come nuove proposte verranno ascoltate e recepite audendo associazioni di categoria”.
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