DEF 2024: il Superbonus pesa sul debito pubblico
Le stime del MEF: la discesa prevista solo dopo il 2026. Si cercherà di confermare il taglio del cuneo anche nella prossima legge di bilancio
Come da copione, è stato approvato in Consiglio dei Ministri il Documento di Economia e Finanza – DEF 2024. Un copione che ha dato, ancora una volta, un ruolo da protagonista – o meglio di antagonista alle casse dello Stato - al Superbonus.
DEF 2024: debito pubblico in salita a causa del Superbonus
La conferma arriva dalle dichiarazioni in conferenza stampa del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato come “Il debito pubblico in risalita previsto dal Def è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni", prevedendo una discesa soltanto dopo il 2026.
Una leggera modifica, secondo Giorgetti, potrebbe venire da una riclassificazione da parte di Eurostat di una parte dei crediti come non pagabili: in questo modo il deficit passato potrebbe abbassarsi, anche se quello attuale e quello futuro verrebbero innalzati, senza che di fatto ci sia un cambiamento sostanziale. Nel frattempo continua il lavoro di controllo e verifica sui crediti, dopo la chiusura del canale per le comunicazioni delle opzioni altrenative. Finora sono state "stanate" frodi per un valore complessivo di circa 16 miliardi di euro.
Verso il Piano fiscale strutturale di medio periodo
Questo il quadro tendenziale degli indicatori di finanza pubblica:
- 2024: PIL 1% – Deficit 4,3% – Debito 137,8%
- 2025: Pil 1,2% – Deficit 3,7% – Debito 138,9%
- 2026: Pil 1,1% – Deficit 3% – Debito 139,8%
- 2027: Pil 0,9% – Deficit 2,2% – Debito 139,6%
Si cercherà però di mantenere l’impegno anche per l'anno prossimo con il taglio del cuneo nella legge di Bilancio 2025, evidenziando anche una costante diminuzione del tasso di disoccupazione.
Il DEF ha solo stime tendenziali ed è stato redatto in forma “semplificata”, senza profilo programmatico tenendo conto che si tratta di un transitorio, in previsione del Piano fiscale strutturale di medio periodo che l’italia dovrà presentare entro il prossimo 20 settembre.
In ogni caso, puntualizza il MEF, a legislazione vigente gli andamenti rimangono sostanzialmente in linea con il profilo programmatico della NADEF 2023 e il Documento contiene anche il valore delle politiche invariate.
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