Digitalizzazione appalti pubblici: Anci scrive ad ANAC sulle principali criticità
Anci segnala ad ANAC le criticità rispetto al processo di digitalizzazione degli appalti su cui è necessario intervenire con urgenza
Affidamenti di importo inferiore a 5mila euro
La delibera del Consiglio dell’Autorità Anticorruzione del 10 gennaio 2024, di approvazione del Comunicato del Presidente, ha esteso l’utilizzo piattaforma Anac agli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro fino al 30 settembre 2024. È stato preso atto di un problema, segnalato da molti Comuni nonché dall’ANCI, individuando una soluzione transitoria. Entro la data del 30 settembre 2024 occorre quindi mettere in campo una soluzione definitiva coerente con il disposto dell'art. 1, comma 450 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, richiamato espressamente anche dall'art. 62 del nuovo Codice che così recita: “le stazioni appaltanti, fermi restando gli obblighi di utilizzo di strumenti di acquisto e di negoziazione previsti dalle vigenti disposizioni in materia di contenimento della spesa...".
La norma appare, oltre che in vigore, del tutto ragionevole in quanto detta “semplificatoria” per i contratti di modestissima entità ed evita di aggravare inutilmente i procedimenti di acquisto. A questo proposito si evidenzia che “a regime” è necessario predisporre una procedura che, nell’ambito del ciclo di vita digitale degli appalti, eviti di equiparare i microaffidamenti con affidamenti più rilevanti. Per i primi devono essere richiesti solo dati veramente essenziali al loro monitoraggio (ad es. dovrebbero essere esclusi l’indicazione dei contratti collettivi da applicare, il costo della manodopera, e soprattutto la redazione del DGUE, in contrasto al disposto dell’art 52 del codice che richiede per appalti d’importo inferiore a 40.000 solo una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà).
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