Edilizia scolastica: troppi crolli e poca sicurezza
Presentato da Cittadinanzattiva il XXI Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle scuole: neanche i fondi del PNRR sono sufficienti a coprire gli interventi
Aule sovraffollate, decine di crolli e strutture vetuste. Non è particolarmente confortante Il quadro presentato da Cittadinanzattiva nel XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, nonostante si registri un aumento degli interventi antisismici, a cui fa però da contraltare la cifra, non sufficiente, stanziata dal PNRR per l’edilizia scolastica.
Edilizia scolastica: lo status quo nel nuovo Rapporto di Cittadinanzattiva
Scendendo nel dettaglio, metà delle scuole sono ancora prive di certificazione, mentre nell’ultimo anno si sono registrati ben 61 episodi di crolli, oltre a infiltrazioni di acqua e distacchi in un terzo delle scuole e addirittura crepe in un quarto dei casi.
Gli edifici scolastici italiani attivi sono poco più di 40mila (40.133, per l’esattezza) e, nell’anno scolastico 2022/23, hanno accolto 7.286.151 studenti. Di questi il 4% sono alunni con disabilità: tradotto in numeri sono oltre 290mila, a fronte di una situazione grave sul fronte dell’accessibilità. Ben due scuole su tre hanno infatti ancora barriere architettoniche; soltanto il 17% ha segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia e l’1,5% ha mappe a rilievo e percorsi tattili. Nonostante la popolazione scolastica sia diminuita, le classi sono sovraffollate: in media più di una su cento, ma fino a cinque classi su cento nelle scuole superiori accolgono un numero di studenti superiore a 27.
Scarsa la manutenzione, quando quasi la metà degli edifici (47%) risale a prima del 1976. Solo l’11% è progettato secondo la normativa antisismica e appena il 3% è stato oggetto di interventi di adeguamento e miglioramento sismici. E ancora, tra le gravi carenze: circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico.
Dalle interviste a 588 docenti e dirigenti risultano tante situazioni di inadeguatezza: gran parte degli edifici presenta a loro dire tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura crepe (23%).
Riguardo alle attività di prevenzione, l’85% dichiara di aver partecipato a prove di emergenza nella propria scuola, che hanno riguardato in prevalenza il rischio sismico e l’incendio (70%), poche quelli effettuate sul rischio alluvione e vulcanico (rispettivamente 2,6% e 1,4%).
Particolarmente preoccupante il numero di crolli nelle scuole: 61 tra settembre 2022 e agosto 2023, di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23). Le cause sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire.
Proprio per questo, Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva chiede che si torni con urgenza “ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al PNRR che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza”.
La riqualificazione delle scuole e i fondi del PNRR
Un capitolo a parte, il PNRR, i cui fondi non sono sufficienti per mettere in sicurezza le scuole e colmare il fabbisogno di palestre e di mense scolastiche. Le risorse destinate all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 ammontano complessivamente a 12,66 miliardi di euro che però, guardando alle singole missioni, non basteranno e sarà necessario chiedere ulteriori investimenti dopo il 2026.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, la programmazione iniziale prevedeva 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, con un impegno di spesa complessivo di 3,9 miliardi di euro. Il numero degli edifici però verrà rimodulato, come da revisione del Piano richiesta dal Governo nello scorso luglio.
Spiega Cittadinanzattiva che ai 2,4 miliardi per asili nido e ai 600 milioni per scuole dell’infanzia, previsti dal PNRR, si aggiungono ulteriori 108 milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900 milioni per la loro gestione. Si dovrebbe così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti per raggiungere dunque l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido, ma nel frattempo il la UE ha già spostato il target al 45% da raggiungere entro il 2030.
Per quanto riguarda le mense, il PNRR ha stanziato complessivamente 600 milioni di euro per 1.000 nuove strutture, che in realtà saranno 908. Poco più della metà saranno nuovi locali, di cui 230 al Sud. Per il resto si tratta di interventi di demolizioni, ricostruzioni e ampliamento (23%) e di riqualificazione o riconversione di spazi e mense preesistenti e messa in sicurezza (19%).
Si tratta comunque di numeri troppo bassi: ad oggi le scuole dotate di “ambito funzionale dedicato alla mensa” sono soltanto 13.533, un numero dunque ben lontano dalla necessità di garantire la mensa, e parallelamente il tempo pieno, ai tutti i bambini dell'infanzia e della primaria.
Inadeguate anche le risorse per le palestre: con i 300 milioni di euro inizialmente previsti e con ulteriori 31 milioni stanziati con decreto del Ministro dell’Istruzione, saranno finanziati a livello nazionale 495 interventi, di cui soltanto 148 per nuove palestre. Le domande però erano ben 2.555, a testimonianza di un gap importante che le scuole presentano su sport e attività.
“Il PNRR porterà benefici, a patto che ci sia un reale coinvolgimento dei cittadini e delle comunità nel percorso di attuazione, anche per la sicurezza delle scuole. Ma benefici ancora esigui rispetto a quelli auspicabili: alcuni progetti previsti per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole rischiano di saltare dopo la rimodulazione del Piano annunciata a luglio" – spiega la segretaria generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino. "Sulle mense e palestre gli interventi finanziati sono davvero pochi rispetto al reale fabbisogno delle scuole e soprattutto in considerazione del ruolo importante che tali servizi svolgono rispetto al benessere psicofisico dei ragazzi”. “Vorremmo dunque chiarezza su quali e quanti progetti rischiano di non vedere la luce e chiediamo una programmazione almeno triennale degli investimenti anche dopo il Piano”, conclude.
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