Emergenza abitativa studenti: 600 milioni per gli alloggi universitari
Confermato il Fondo previsto dal D.L. Aiuti-ter. Il Ministero dell'Università pubblicherà a breve le manifestazioni di interesse, promuovendo il censimento degli immobili inutilizzati
Sembrerebbe che qualcosa si muova, sul fronte dell’emergenza abitativa studenti, con la conferma dei 660 milioni del fondo istituito con il D.L. n. 144/2022 (Decreto Aiuti ter) da utilizzare per l’acquisizione di nuovi posti letto da destinare, coinvolgendo imprese e operatori privati, ad alloggi universitari, in attuazione della riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del Pnrr.
Alloggi universitari: ok ai fondi del Decreto Aiuti Ter
Non sarà infatti previsto l’obbligo di autorizzazione da parte dell’Ue per la realizzazione entro il 2026 di circa 52mila uovi posti letto, che vanno ad aggiungersi ai quasi 8.600 attivati nel 2023. Il Ministero dell’Istruzione attiverà a breve le manifestazioni di interesse e avvierà un censimento degli immobili inutilizzati e che potrebbero essere messi a disposizione degli studenti.
Emergenza abitativa: il problema dei canoni concordati
La protesta comunque non accenna a spegnersi, con l’occupazione da parte degli studenti di numerose piazze. Una questione su cui Unioncasa ha deciso di esprimere solidarietà e sottolineando come la soluzione esista e che attuarla è solo una questione di volontà. Come spiega il Presidente Flavio Sanvito è necessario “Analizzare perché in molti comuni il canone concordato funziona ed in altri no e fare tesoro delle esperienze positive. Sottoscrivere un accordo dove tra canoni di mercato e canoni agevolati c’è una forbice del 60% non aiuta nessuno. Non aiuta l’inquilino a risparmiare, né stimola il proprietario ad ottenere uno sconto fiscale complessivo inferiore al 15% e quindi troppo esiguo. Guarda caso gli accordi che funzionano sono proprio quelli dove il delta tra i due canoni è intorno al 20/25% massimo, giustificato magari anche da una durata inferiore rispetto al 4+4 anni”.
Conclude Sanvito ribadendo che è responsabilità e dovere delle Associazioni della proprietà e dell’inquilinato trovare canoni realmente applicabili e non ottenere condizioni impraticabili che non risolvono, ma boicottano il mercato delle locazioni abitative, rendendosi complici di assottigliare la già insufficiente offerta abitativa tradizionale a vantaggio di case trasformate in B&B, molto più remunerative.
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