Energie rinnovabili in Italia: a che punto siamo?
Il report di Progetto R.E.gions 2030: la crescita di impianti fotovoltaici ed eolici è ancora moderata rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione
Cresce l’uso delle energie rinnovabili in Italia, ma non in maniera spedita come dovrebbero, anche guardando ai target del PNIEC.
A confermarlo è il report di Progetto R.E.gions 2030, che fotografa lo stato di sviluppo della generazione elettrica FER, le normative e i contesti territoriali, il sistema tecnologico e le barriere alle rinnovabili nelle regioni italiane, indagando il contributo - ma anche le mancanze - delle 20 regioni italiane al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
Impianti fotovoltaici e impianti eolici: lo status quo in Italia
Al 31 dicembre 2023, sono 30,3 i GW di capacità installata di impianti fotovoltaici su tetto e a terra in Italia. Nel primo caso, il primato è della Lombardia, seguita da Puglia e Veneto; nel secondo i valori più alti provengono da Puglia, Sicilia, Lazio e Sardegna.
Per quanto riguarda gli impianti eolici, sempre al 31 dicembre 2023 risultano installati in Italia 12,3 GW, con la Puglia in testa alla classifica regionale sia per impianti inferiori che superiori a 1 MW di potenza. Seguono tutte le regioni del Sud: Sicilia, Campania, Basilicata, Sardegna, Calabria, Molise e Abruzzo.
Secondo la ricerca, a partire dal 2019 la crescita di fotovoltaico ed eolico è stata comunque moderata: l’installato attuale in entrambi settori è cresciuto poco negli ultimi 5 anni, con l’unica eccezione che è rappresentata dalla crescita del fotovoltaico nel 2022 e nel 2023, legata principalmente ai bonus. Ciò implica che l’eliminazione di buona parte dei bonus potrebbe abbassare le stime per il 2024, fermo restando che, per raggiungere i target PNIEC e burden sharing, sarà necessario incrementare notevolmente la crescita delle installazioni nel segmento a terra (solo 2,5 GW installati nel periodo 2019-2023)
Le autorizzazioni: il permitting su fotovoltaico ed eolico
Guardando alle regioni che hanno autorizzato più fotovoltaico dal 2019, sul totale di 15,5 di GW autorizzati, la Sicilia è in testa con 5.961 MW autorizzati (39% del totale), seguita dal Lazio (3.629 MW autorizzati, 24%) e dalla Sardegna (1.17 MW, pari al’8%).
Sul totale di eolico autorizzato dal 2019 (3,1 GW), la Puglia è la regione con più impianti: 1.18 MW pari al 39% del totale, seguita dalla Sicilia (753 MW, 24%) e dalla Campania (537 MW, 17% del totale).
Le regioni che hanno attratto più richieste sul fotovoltaico dal 2019, per un totale di 86,8 GW di istanze presentate, sono la Sicilia (25.760 MW, pari al 30% del totale), la Puglia (23.198 MW, 27%) e la Sardegna (11.002 MW, 13%). Le regioni che hanno attratto più richieste per l’eolico dal 2019, per un totale di 44,1 GW, sono state la Puglia (14.583 MW, 33% del totale), la Sardegna (7.685 MW, 17%) e la Sicilia (6.900 MW, 16%)
Le compensazioni: il burden sharing sugli impianti
Come specifica la ricerca, le compensazioni sono diventate una prassi consolidata in tutti i procedimenti autorizzativi, in cui la lettera della norma è spesso sconfessata: le richieste di compensazione assumono spesso la forma monetaria diretta (sempre intorno al valore massimo consentito) a prescindere dall’esistenza di un danno ambientale da mitigare.
Una prassi confermata dalla survey condotta da Elemens in collaborazione con i partner di R.E.gions 2030, per valutare l’attitudine dei Comuni nei confronti delle compensazioni sui progetti fotovoltaici ed eolici. Il 67% degli operatori riferisce di aver ricevuto richiesta di compensazione da parte dei Comuni, anche per progetti per i quali in fase di VIA non erano appunto emersi danni ambientali da compensare.
Nel dettaglio Comuni richiedono:
- il 13% un pagamento, senza effettivo riscontro sull’impiego delle risorse erogate;
- il 53% soldi per opere compensative, spesso concordate con l’operatore;
- il 34% opere compensative, con il coinvolgimento diretto dell’operatore.
Le opere più richieste:
- piste ciclabili;
- rifacimento manto stradale;
- colonnine di ricarica e veicoli elettrici;
- impianti FV per uso comunale o CER;
- efficientamento.
Infine, la ricerca ha evidenziato che:
- le compensazioni vengono richieste alla quasi totalità dei progetti, a prescindere dal riconoscimento di un impatto ambientale in fase di VIA;
- se in precedenza venivano applicata principalmente all’eolico, ormai è una prassi anche per i progetti fotovoltaici;
- in due terzi dei casi la compensazione assume una forma monetaria (pura o indiretta), in contraddizione con la norma vigente (DM 10 settembre 2010);
- il valore delle compensazioni si attesta nella maggior parte dei casi sul massimo consentito del 3% sui ricavi annui (in alcuni casi addirittura superandolo);
- la maggior parte degli operatori ritiene che il ruolo del produttore rinnovabile nella realizzazione delle opere non venga percepito dalla cittadinanza.
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