Equivalenza CCNL, cosa cambia con il correttivo al Codice Appalti

Il D.Lgs. n. 209/2024 ha inserito un nuovo allegato al Codice dei contratti pubblici che riguarda l’utilizzo del contratto collettivo nazionale e territoriale o il suo equivalente

di Gianluca Oreto - 03/01/2025

Tra le carenze più significative del D.Lgs. n. 209/2024 spicca l'assenza di un adeguato regime transitorio, indispensabile per consentire agli operatori del settore di leggere, comprendere e assimilare le rilevanti modifiche al D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici).

Una lacuna che appare sintomatica di un'abitudine ormai consolidata da parte di Governo e Parlamento all'utilizzo sistematico dei provvedimenti d'urgenza, come i Decreti Legge, a scapito di una visione normativa che tenga conto del necessario tempo di adattamento richiesto dalle nuove disposizioni.

Un vero e proprio "pronti via" che calpesta il diritto degli operatori di applicare serenamente le novità, esponendoli al rischio di errori e incertezze interpretative.

Contratti Collettivi del lavoro: la problematica

Sono tante e rilevanti le novità della nuova versione del D.Lgs. n. 36/2023 che dovranno essere applicate già dal 31 dicembre 2024 (data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), sempre che nella Legge di conversione del Decreto Legge n. 202/2024 (Milleproroghe 2025), il Parlamento non decida di intervenire nuovamente sul quadro normativo relativo ai contratti pubblici.

Tra queste, segnaliamo la modifica all’art. 11 (Principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore. Inadempienze contributive e ritardo nei pagamenti) e l’inserimento del nuovo Allegato I.01 (Contratti collettivi).

Modifiche che provano a risolvere una delle problematiche su cui si è confrontata la giustizia amministrativa dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 36/2023. Ricordiamo, ad esempio, la sentenza TAR Lombardia 1 ottobre 2024, n. 773. Secondo il TAR, ai sensi dell’art. 11, comma 3, del Codice dei contratti, un’impresa può mantenere il proprio CCNL anche in una gara che in base alle ripartizioni della contrattazione collettiva si collocherebbe in un altro settore economico, purché, secondo una valutazione complessiva, giuridica ed economica, sussistano i seguenti requisiti:

  • il trattamento dei lavoratori impiegati in tale gara non sia eccessivamente inferiore a quello dei CCNL individuati dalla stazione appaltante;
  • vi sia corrispondenza, o almeno confrontabilità, tra le mansioni del CCNL applicato e le lavorazioni oggetto dell’appalto.

Sull’argomento erano intervenute:

  • l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) con la specifica richiesta di chiarire l’ambito di applicazione della verifica di equivalenza dei Contratti Collettivi come indicato al comma 4 del citato art. 11;
  • ASMEL che ha chiesto di garantire che i CCNL applicati siano solo quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali comparativamente più rappresentative.
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