Equo compenso: estendere la legge anche ai committenti
Soddisfazione per l'approvazione alla Camera, ma rimangono alcuni aspetti da approfondire e da rivedere per garantire sempre maggiori tutele
L’approvazione della legge sull’Equo compenso trova consenso anche tra gli ingegneri, come dimostra il commento del presidente del CNI, Domenico Perrini, sul nuovo ok della Camera alla proposta di legge, dopo l'approvazione con modifiche in Senato.
Legge equo compenso: le richieste dei professionisti
Una voce che si aggiunge al coro dei professionisti soddisfatti da un provvedimento che ha visto negli ultimi anni, gli ingegneri e più in generale le professioni tecniche, battersi a fondo per la sua approvazione.
Non solo: “come CNI - aggiunge Perrini - ci aspettiamo adesso che l’equo compenso venga esteso a tutti i committenti e che venga chiarita la modalità di applicazione alle PA, nel rispetto del Codice dei Contratti”.
Una richiesta che si aggiunge a quella dell’Associazione ProfessionItaliane, secondo cui saranno necessarie alcune modifiche, “per giungere, in un secondo momento, al completamento del principio dell’equo compenso, in modo che questo possa sviluppare appieno la sua efficacia, a tutela della qualità delle prestazioni professionali e, di conseguenza, della collettività”.
E sull’ampliamento della platea di riferimento ha dato il suo parere anche il presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, sottolineando l’impegno degli architetti in questa direzione: “Il principio dell’equo compenso, finalmente diventato Legge, rappresenta un importante riconoscimento per i liberi professionisti assicurano alla società e che passa anche attraverso la definizione di compensi commisurati alla quantità e qualità del lavoro. È un passo significativo per la loro tutela e per quella dei cittadini che hanno diritto a prestazioni di qualità. Il nostro impegno sarà quello di lavorare affinchè sia ampliata la platea di riferimento oltre a quella già prevista”.
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