Equo compenso: gli ingegneri aggiornano il Codice deontologico
Il Codice è stato modificato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, tenendo conto delle nuove disposizioni contenute nella legge n. 49/2023
I principi dell’Equo compenso diventano parte integrante del Codice deontologico degli ingegneri italiani, appena aggiornato dal Consiglio Nazionale Ingegneri alla luce di quanto disposto dalla legge n. 49/2023.
Equo compenso: aggiornato il Codice deontologico degli ingegneri
L’aggiornamento del Codice deontologico fa proprie le previsioni in materia, che stabiliscono, da parte degli Ordini e dei Collegi professionali, l’adozione di disposizioni deontologiche volte a sanzionare la violazione, da parte del professionista, dell’obbligo di convenire o di preventivare un compenso che sia giusto, equo e proporzionale alla prestazione richiesta e determinato in applicazione dei parametri previsti dai relativi decreti ministeriali.
“La Legge sull’Equo compenso – ha commentato Domenico Perrini, Presidente del CNI – rappresenta uno dei passaggi più importanti della storia recente delle professioni. Grazie ad essa, infatti, al professionista è garantito un compenso equo ed equilibrato per la sua prestazione, ma soprattutto la Legge agisce a tutela del consumatore finale, del cittadino, che potrà contare, com’è suo diritto, su una prestazione professionale di qualità”. Secondo Perrini, l’inserimento di questo principio all’interno del Codice deontologico garantirà il rispetto dell’Equo compenso e l’applicazione delle opportune sanzioni per chi lo violerà.
“Con la nuova formulazione del nostro Codice deontologico – afferma Elio Masciovecchio, Vice Presidente CNI – rimettiamo un po’ di ordine in merito alla questione dei compensi per le prestazioni professionali. Si stabilisce il principio che questi dovranno essere equi, a garanzia soprattutto della qualità della prestazione. Il nuovo testo del Codice, inoltre, tiene conto di un concetto importante come la tutela dell’ambiente e della biodiversità, nell’interesse delle future generazioni”.
La legge sull'Equo compenso
Entrata in vigore lo scorso 20 maggio, la legge n. 49/2023 definisce "equo" il compenso che sia proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai compensi previsti dai rispettivi Decreti Ministeriali adottati:
- per gli avvocati;
- per i professionisti iscritti agli ordini e collegi;
- per le professioni regolamentate.
L'equo compenso si applica anche alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione ed è previsto che i Consigli nazionali degli ordini o collegi professionali possano adire l’autorità giudiziaria competente qualora ravvisino violazioni delle disposizioni vigenti in materia.
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