Equo compenso e Progettazione: ecco cosa cambia con il correttivo
La bozza di correttivo al Codice dei contratti 2023 approvata dal Consiglio dei Ministri prevede una importante modifica che riguarda l’equo compenso dei progettisti
“Tanto tuonò che piovve” recita un antico proverbio, mai così adatto a descrivere quanto sta accadendo con il correttivo al Codice dei contratti relativamente all’applicazione della legge sull’equo compenso ai servizi di ingegneria e architettura.
Equo compenso e Codice dei contratti: il dubbio normativo
Quello tra il D.Lgs. n. 36/2023 e la Legge n. 49/2023 è un rapporto che non si è mai riuscito a consolidare soprattutto dopo che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ne ha evidenziato le criticità applicative. Non sono bastate neanche i pochi interventi della giustizia amministrativa che non è riuscita a fornire un orientamento pacifico in grado di guidare le stazioni appaltanti.
Il dubbio, evidenziato soprattutto da ANAC, riguardava la possibilità di interpretare la legge sull’equo compenso in 3 diversi modi:
- gare a prezzo fisso;
- competizione limitata sulle spese e oneri accessori (interpretazione caldeggiata da alcuni TAR);
- inapplicabilità dell’equo compenso ai bandi pubblici per l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria.
È così che nello schema di Decreto Legislativo di modifica del Codice dei contratti, approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 ottobre scorso, il Governo ha deciso di modificare l’art. 41 relativo ai “Livelli e contenuti della progettazione”.
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