Gestione fondi PNRR: per i Comuni italiani troppa burocrazia da sostenere
I risultati del sondaggio di ASMEL: su 912 Comuni, oltre 800 ritengono che le procedure vadano semplificate e rese più adatte alle esigenze degli enti locali
PNRR rimandato, come molte delle procedure che lo riguardano. Potrebbe riassumersi così l’esito del sondaggio che ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali ha proposto ai Comuni sulla gestione dei Fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L'indagine ha coperto un campione rappresentativo di 912 Comuni, tenendo conto che il 99% di essi ha meno di 60.000 abitanti e in essi vive il 70% degli italiani.
Gestione fondi PNRR: per i Comuni procedure troppo complesse
Secondo quanto è emerso, l’88% dei Comuni ritiene infatti che i ritardi del PNRR derivino da un eccessivo centralismo nella gestione dei Fondi. La percentuale sale addirittura al 92% quando si parla di alleggerire l’iter procedurale che impone ai Comuni vincoli e controlli fino a 5 volte maggiori di quelli in capo delle amministrazioni centrali. Un risultato che diventa un vero e proprio atto di accusa nei confronti della governance del PNRR come è stata strutturata dai precedenti Governi.
Non solo: i dati sembrano richiamare il sesto Report pubblicato recentemente dalla Ragioneria Generale dello Stato con adempimenti e attività al 31 dicembre 2022 relativi al Piano Nazionale Complementare.
Nel documento è stato evidenziato come alla scadenza del 31 dicembre 2022 (T4 2022), il DM MEF 15 luglio 2021 avrebbe previsto 24 obiettivi ripartiti tra le diverse Amministrazioni. Il 25% degli obiettivi del IV trimestre 2022 risulta non conseguito.
Tra le possibili cause dei ritardi specificate nel Report, oltre al perdurare della crisi economica e e internazionale e all'’incremento dei prezzi dei materiali, anche alle lunghe attese sull procedure di verifica degli uffici della Commissione europea in tema di compatibilità con la disciplina sulla tutela della concorrenza. E proprio da parte di diverse Amministrazioni sono giunte istanze per la proroga dei termini previsti dal cronoprogramma procedurale, proprio a causa delle difficoltà elencate.
I Comuni chiedono la semplificazione di attività e procedure
Altro tema sottoposto al sondaggio commissionato da AMSEL alla Noto Sondaggi su un campione nazionale rappresentativo dei Sindaci dei Comuni italiani, è quello dell’efficientamento energetico: il 95% degli intervistati sostiene che semplificazioni e regole certe valgono più dell’aumento dei fondi pubblici, vista la gran massa di privati pronti a investire.
Infine, i Sindaci si sono espressi sull’attività di ANAC, i cui interventi sono avvertiti dall’80% degli intervistati come un freno all’efficienza della spesa. Percentuale che sale all’81% tra quanti vedono ANAC come una sorta di agenzia preposta all’aumento delle complicazioni.
Secondo Francesco Pinto, segretario generale ASMEL, i risultati del sondaggio sfatano il mito di ritardi nel PNRR causati dai Comuni. “Essi, al contrario, sono più virtuosi e più orientati ai risultati, perché generalmente sottoposti a un controllo sociale più stretto. Sopperiscono alla carenza di risorse e di personale, attraverso la sussidiarietà e l’ampio coinvolgimento della cittadinanza”. Pinto sottolinea come gli enti locali non chiedono soldi, ma semplificazione e superamento della pretesa di imporre regole gestionali uguali per tutti i Comuni, grandi e piccoli. “Per il PNRR - suggerisce - si potrebbe potenziare il ricorso al modello spagnolo, che affida plafond ai Comuni, lasciandoli liberi di scegliere le modalità di impiego”.
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