Gestione siti web e canali social: il richiamo di ANAC alle Pubbliche Amministrazioni
La delibera dell'Autorità: i siti web e i canali social di un’amministrazione pubblica devono restare in capo all’ente al termine del contratto di gestione
Un aspetto molto spesso sottovalutato – anche per scarsa conoscenza della materia, diciamolo pure – nelle Pubbliche Amministrazioni riguarda la gestione dei siti web e dei canali social istituzionali, con la sottrazione, fatta in maniera assolutamente legale, degli account e della proprietà dei domini che dovrebbero rimanere invece dell'ente pubblico.
Si tratta di concetti a volte nebulosi per molti dirigenti e amministratori, con conseguenze spiacevoli e ripercussioni anche nell'ambito degli affidamenti. Perché se è vero che la legge non ammette ignoranza, altrettanto non si può dire per le competenze digitali all’interno della PA, ancora fin troppo acerbe se pensiamo invece agli ambiziosi obiettivi che in questo senso il PNRR ha posto, a cominciare dai contratti pubblici.
Pubblica Amministrazione e gestione web e canali social: il richiamo di ANAC
Anche in questo senso va letta la delibera ANAC del 3 ottobre 2023, n. 452 relativa alla procedura per l’affidamento a una Destination Management Company dei servizi di informazione, accoglienza turistica, promozione, promo-commercializzazione e destination marketing di un importante comune italiano a fortissima vocazione turistica.
L’affidamento riguardava la gestione dei servizi di informazione, accoglienza turistica, promozione, promo commercializzazione e destination marketing della durata di tre anni con possibilità di proroga. Ed ecco l’inghippo: l’operatore uscente risultava proprietario del dominio di promozione turistica del Comune e dei relativi account social, il tutto perché l’amministrazione non aveva messo nero su bianco – come fatto invece nel nuovo bando - che l’aggiudicatario doveva impegnarsi a consegnare al Comune le “chiavi d’accesso” per il loro utilizzo.
Nel caso specifico, pertanto, l’operatore economico uscente ha acquisito un posizionamento digitale e un bagaglio informativo così rilevante da porlo in una situazione soggettiva di apprezzabile vantaggio rispetto a eventuali competitor: “è evidente che il prodotto digitale implementato ha acquisito seguito e, di riflesso, un valore in termini economici a vantaggio dell’operatore economico privato, proprietario di tutti i domini utilizzati per sponsorizzare l’attività turistica del Comune”.
Pe rimediare all’errore, il Comune ha quindi suggerito la possibilità di creare ex novo un sito web (e nuovi canali social) oppure negoziare l’acquisto del proprio sito contrattando con il gestore uscente.
La delibera dell'Autorità: domini web e profili social sono di proprietà della PA
Secondo ANAC, si tratta di un comportamento inadempiente e approssimativo da parte dell’amministrazione, e che agendo così il Comune ha creato in capo al fornitore uscente un vantaggio economico e competitivo ingiustificato, che altera i principi comunitari di libera concorrenza, par condicio e massima partecipazione.
Questo perché, ribadisce l’Autorità, i siti web e i canali social di un’amministrazione pubblica devono restare in capo all’ente al termine del contratto di gestione. Va quindi messo in chiaro nel contratto di gestione che il dominio e i relativi profili social curati dalla società di comunicazione, e i loro contenuti, dovranno essere restituiti alla fine del contratto e restare come patrimonio dell’ente pubblico. Quindi, al termine del contratto vanno restituite le “chiavi d’accesso” all’amministrazione, per non diventare dipendenti del fornitore.
Sulla questione, il presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, ha evidenziato che l’operato delle PA in questo ambito viene gestito con troppa superficialità, senza prestare la dovuta attenzione all’inserimento die contratti, di precise clausole che tutelino la proprietà del dominio, dei profili social e dei relativi follower, “privando l’ente di un patrimonio di contatti e conoscenze che invece deve rimanere nel pieno controllo degli enti pubblici”.
E ricorda che l’ambito dei contratti pubblici affronta oggi nuove sfide che vanno di pari passo con l’evoluzione tecnologica, in cui competenza e capacità si rivelano un fattore chiave per amministrare correttamente enti piccoli e grandi. “Dobbiamo investire sulla qualificazione di chi opera nelle stazioni appaltanti, anche a tutela del loro patrimonio digitale”, conclude.
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