Impianti fotovoltaici: stop all'installazione nelle zone agricole
La conferma nel nuovo Decreto Agricoltura: stop all'installazione di nuovi moduli a terra o all'estensione di impianti esistenti. Previste alcune eccezioni
Si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma è già stato approvato in Consiglio dei Ministri un nuovo decreto-legge che introduce il divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici nelle zone agricole e l'estensione di quelli già esistenti.
Impianti fotovoltaici: stop a moduli a terra in zone agricole
Il provvedimento, recante “Disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale” (c.d. “Decreto Agricoltura”), prevede infatti il divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra e di aumento della estensione di quelli già esistenti, nelle zone classificate come agricole dai piani urbanistici.
Canta vittoria il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, secondo il quale si pone così fine “alla installazione selvaggia del fotovoltaico a terra”, questione più volte sollevata anche dalle Regioni, in riferimento all’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione dei moduli, a causa della difficile interpretazione – e applicazione - dell’art. 20 del d.Lgs. n. 199/2021.
Il decreto rappresenterebbe comunque un punto di intesa tra le esigenze espresse dal Ministero dell'Agricoltura e dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica: mentre Lollobrigida avrebbe voluto stoppare del tutto l’installazione degli impianti in zone agricole, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, ha preteso il salvataggio di quelli sollevati da terra, e quindi del c.d. “agrivoltaico”, permettendo così la coltivazione della terra sottostante agli impianti, salvaguardando al contempo i target del PNRR e le previsioni del PNIEC, che punta alla realizzazione di 40 GW di fotovoltaico entro il 2030.
Perplessità comunque tra le imprese del settore e tra i sostenitori delle energie rinnovabili, secondo cui il target al 2030 dei 9 GW annui di energia solare prodotti dall’Italia – attualmente sono 6 – si allontana sempre di più. Come ha fatto notare l’Associazione Italia Solare, basterebbe l’utilizzo di appena l’1% dei terreni agricoli non occupati per realizzare la metà dei GW richiesti per raggiungere i target Ue del 2030, installando sui tetti il restante 50%.
Stop fotovoltaico in zone agricole: le eccezioni
Il Decreto salva però alcune tipologie di impianti:
- gli impianti finanziati nel quadro dell’attuazione del PNRR, ad esempio quelli realizzati nell’ambito delle CER (Comunità energetiche rinnovabili);
- gli impianti relativi a progetti di agrivoltaico;
- gli impianti da realizzare in cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne ad impianti industriali.
Non ci sono comunque ancora certezze sulla definizione dello stop ai moduli a terra, soprattutto su quale fase di avanzamento rappresenti la linea di demarcazione tra impianto autorizzato e non autorizzato. In assenza ancora di atti regolamentari, Pichetto Fratin si è sbilanciato, affermando che un impianto potrebbe essere definito come autorizzato anche solo con l’istanza di preventivo relativo alla TICA.
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