L’importanza della progettualità tecnica e fiscale per ottimizzare i bonus edilizi
In occasione di un convegno svoltosi presso la sede di Cassa Forense a Roma sul futuro delle agevolazioni edilizie, varie voci autorevoli hanno evidenziato le opportunità e le difficoltà degli operatori
Il mondo dell’edilizia, lo si dice spesso, ha vissuto grosse trasformazioni negli ultimi anni. La modalità con cui i tecnici lavorano, infatti, è stata stravolta dal Superbonus. È cambiato tutto, insomma, non solo perché l’interesse per l’edilizia in questi anni si è prevedibilmente riacceso, ma anche perché alle regole del gioco “tradizionali”, ben conosciute da ingegneri, architetti e geometri, si sono aggiunti elementi fiscali che nessuno ha potuto trascurare, rendendo necessario un approccio interdisciplinare tra le varie figure professionali e nuove forme di collaborazione.
Bonus edilizi: l'importanza della progettualità tecnica e fiscale
Proprio tale unione di saperi ha rappresentato il cuore del convengo svoltosi a Roma lo scorso 10 ottobre, promosso da UNCAT (Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi) e dal titolo “Di bonus in bonus, titoli di coda del Superbonus”. Le voci autorevoli che si sono alternate, in rappresentanza di professionalità variegate, hanno offerto un quadro proiettato verso il futuro. La fine del Superbonus, non segna il termine della convenienza (e della necessità) di incentivare gli interventi edilizi tramite la fiscalità. Rimangono, infatti, i bonus ordinari e, più in generale, è nato un nuovo impianto di sistema, che vede al centro di ogni ristrutturazione un approccio progettuale in grado di unire gli aspetti edilizi a quelli fiscali.
La connessione tra professionisti
Ad aprire i lavori è stato Mauro Mazzoni, coordinatore del centro studi di Cassa Forense, che ha sottolineato proprio l’avvento di un “approccio nuovo alla professione (dell’avvocato, ndr.), non più ristretta solo alle singole competenze giuridiche, ma che deve confrontarsi con altre”.
I bonus edilizi hanno avuto il merito di creare una connessione tra commercialisti, avvocati, ingegneri e architetti che, per quanto secondo Mazzoni si tratti di un “cambiamento culturale” ancora da migliorare e da costruirsi, non verrà meno con i titoli di coda del Superbonus.
Mazzoni, infatti, ha evidenziato come il 110% rappresenta una vicenda “che ci ha impegnato molto e seguiterà ad impegnarci”, rendendo fondamentale un continuo aggiornamento professionale che si muova, appunto, in un’ottica interdisciplinare.
Risparmio fiscale come spinta alla qualità edilizia
Una visione particolarmente tecnica e “alternativa” sull’argomento è stata portata da Cristian Angeli, ingegnere esperto in edilizia agevolata, del quale è tra l’altro recente la pubblicazione del volume “Sismabonus-acquisti: Guida pratica per il costruttore, il professionista e l’acquirente”. Secondo Angeli, il Superbonus “ha avuto il merito di aver spalancato gli occhi di tutti gli operatori sulla possibilità concreta di utilizzare i bonus fiscali per avere dei risparmi”, un effetto virtuoso innescato principalmente dal fatto che tali recuperi di imposta, se gestiti con lungimiranza, possono incentivare a investire di più in qualità. Infatti, chi sa di poter recuperare determinate somme grazie ai bonus edilizi, si trova nella disponibilità di una sorta di “extra budget”, nelle parole dell’ingegnere, da dedicare a prestazioni e materiali migliori.
La progettualità professionale
Ciò che maggiormente è parso chiaro a tutti gli intervenuti al convegno svoltosi presso la sede della Cassa Forense di Roma, è quanto il connubio tra fisco e edilizia metta al centro il concetto di progettualità. L’ing. Angeli, ad esempio, si è riferito a “un approccio tecnico ingegneristico, che consenta da un lato di tener conto di tutto l’apparato normativo, ma anche dei vantaggi legittimamente offerti in materia di bonus”. Insomma, attraverso i bonus edilizi tutto il processo può essere ottimizzato, tanto che sia privati che grandi imprese interessati a effettuare lavori hanno e avranno bisogno di tecnici in grado di individuare quali agevolazioni possono essere messe in campo e quali siano le più vantaggiose, naturalmente restando nel perimetro della legalità. Un processo che necessariamente coniuga professionalità differenti, anche perché, come ha sottolineato l’ingegnere, “la complessità risiede nella diversificazione degli edifici e degli interventi”, che rimarrà la stessa anche allo sfumare del Superbonus.
Portando infine l’esempio di un’impresa di costruzioni che, interessata a demolire un vecchio complesso industriale per costruire una palazzina residenziale di 12 unità immobiliari, ha chiesto la sua consulenza, l’ingegner Cristian Angeli ha concluso il proprio intervento illustrando come un’attenta analisi fiscale della situazione ha potuto portare a una serie di meccanismi moltiplicativi nei vantaggi fiscali, principalmente raggiunti tramite l’unione di vari bonus, tra i quali il Sismabonus-acquisti a favore di chi comprerà le nuove unità immobiliari.
La progettualità normativa e politica
Oltre agli aspetti più edilizi, come detto, il convegno si è incentrato anche sui connotati giuridici dei bonus edilizi, sulla loro genesi e, soprattutto, sul loro futuro. Così, il responsabile dell’ufficio fiscale dell’ABI (Associazione bancaria italiana), Andrea Nobili, ha scelto di contestualizzare l’argomento chiedendosi quanto il Superbonus sia stato efficiente, evidenziandone alcune patologie. Secondo Nobili, i difetti del Superbonus sono dipesi dal modo in cui esso è stato costruito normativamente, piuttosto che da una sua intrinseca erroneità, così che “piuttosto che interrogarci sulla fine, dobbiamo interrogarci sulle forme con cui possiamo andare avanti”.
Infatti, ha spiegato Nobili, il mondo dell’incentivazione fiscale non è destinato a “morire” con il Superbonus, considerato che servono degli stimoli esterni (come quelli fiscali) per spingere il singolo a mettere in campo comportamenti virtuosi, in grado di incontrare gli obiettivi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare che sono necessari per la sostenibilità.
In tal senso, è fondamentale porre attenzione alla fase “ingegneristica” dei bonus, ovvero al momento in cui sono formulati dal legislatore e introdotti nell’ordinamento. In altre parole, ha concluso Nobili, “se quando si ingegnerizza un bonus non si è in grado di comprendere quali siano gli impatti sulla finanza pubblica, ex post quel bonus si dovrà correggere, non perché sia sbagliato o non stia funzionando, ma semplicemente perché non ci sono le risorse”.
L’incertezza come nemico della progettualità
Quanto portato sul piatto del convegno dai professionisti appena ricordati, e dagli altri che si sono susseguiti nella trattazione dell’argomento, converge su un punto: non esiste un futuro in cui l’edilizia non si intrecci con la fiscalità, aprendo la strada alla collaborazione tra saperi professionali in ottica di pianificazione e progettualità tecnica.
Sul punto, ha offerto un’analisi accurata il Professor Pietro Selicato, docente di diritto tributario all’Università Sapienza di Roma, che ha ricordato come gli operatori si siano trovati “di fronte a un vortice di norme modificate più volte in questi tre anni e di cui ancora non vediamo la fine”.
Ragionare sulle agevolazioni fiscali, vuol dire assicurarsi che gli interventi edilizi siano ben pianificati, ha spiegato il professore, del tutto allineandosi con il tema della progettualità portato in precedenza. In tal senso, l’incertezza (normativa, in questo caso) ha l’effetto di far “saltare” la pianificazione, imponendo “un riordino del sistema di norme che sta alla base dell’erogazione”, nel rispetto dei principi costituzionali e della normativa europea in materia. “Bisognerebbe sganciarsi da logiche estemporanee, di interventi fatti con casualità”, ha proseguito, “inseriti in provvedimenti che hanno altre finalità, senza avere un chiaro indirizzo”.
Quali orizzonti?
Sebbene il futuro delle agevolazioni edilizie sia sicuramente incerto, alla luce delle autorevoli e variegate voci cui il recente convegno ha dato spazio, è comunque indubbio che ancora per molto tempo esse caratterizzeranno il nostro modo di fare edilizia.
Ciò, però, non rappresenta solo un male o una difficoltà in più, in quanto, come altrettanto chiaramente è emerso dallo scambio professionale del convegno, i bonus ordinari continuano ad esistere e, se utilizzati adottando un approccio progettuale sia strettamente tecnico-edilizio, che giuridico-fiscale, hanno la capacità di migliorare la qualità del patrimonio immobiliare, incentivando comportamenti virtuosi anche alla luce dei bisogni della collettività.
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