Intelligenza Artificiale negli appalti pubblici: si può usare per elaborare l'offerta?
Strumenti come ChatGPT sono ammissibili per presentare un'offerta congrua e sostenibile? Ne parla il TAR Lazio in un'interessante sentenza
L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale permea sempre più il nostro quotidiano e le nostre attività, andando a incidere anche in ambiti che sembrano lontani anni luce dalla sua applicazione. Ci si può chiedere infatti come l’IA (o AI) possa essere adoperata nell’ambito degli appalti pubblici.
Intelligenza Artificiale: è legittimo usarla per elaborare l'offerta tecnica?
Un esempio concreto di come l'IA sia utilizzabile anche nel caso di procedure ad evidenza pubblica lo offre la sentenza del TAR Lazio del 3 marzo 2025, n. 4546 sul ricorso contro l’aggiudicazione di un accordo quadro ai sensi dell’art. 59 del d.Lgs. n. 36/2023 in favore di un OE che, nel caso specifico, aveva elaborato la propria offerta tecnica utilizzando ChatGPT per la redazione di alcune proposte legate ai criteri premiali elencati nella lex specialis.
Secondo il ricorrente, l'offerta sarebbe stata valutata con eccessivo favore dalla Commissione e dal RUP, senza un adeguato approfondimento tecnico-istruttorio, e sarebbe stata caratterizzata da eccessiva genericità e indeterminatezza, in quanto basata su:
- linguaggio tecnico “criptico” e modelli descrittivi astratti;
- assenza di un chiaro piano di implementazione operativa;
- carenza di indicatori oggettivi a supporto dell’effettiva efficacia e integrazione nel servizio.
In sintesi, la stazione appaltante è stata accusata di aver “accolto positivamente, senza alcun approfondimento istruttorio, l’utilizzabilità dell’IA nell’ambito del servizio di cui si discute”, premiando un contenuto ritenuto “indeterminato” e quindi potenzialmente fuorviante.
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