Istat: Prezzi al consumo aprile 2022
Istat e Indici prezzi al consumo aprile 2022: -0,1% rispetto al mese precedente e +6,0 su base annua
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Aprile 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Aprile 2022 ha registrato un diminuzione dello 0,1% su base mensile e del 6,0% su base annua (da +6,5% del mese precedente); la stima preliminare era +6,2%.
La stima definitiva di aprile accentua il rallentamento dell’inflazione registrato dai dati preliminari. Tale dinamica è imputabile per lo più all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022). Le tensioni inflazionistiche continuano tuttavia a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali i Beni durevoli e non durevoli, i Servizi relativi ai trasporti e gli Alimentari lavorati, con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +5,7%.
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Aprile 2022 ed il 14 Maggio 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +2,971752%.
Stima dell’inflazione da gennaio 2018
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Diminuzione dello 0,1% su base mensile e del 6,0% su base annua
Nel mese di aprile 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6,0% su base annua (da +6,5% del mese precedente); la stima preliminare era +6,2%.
Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +39,5%) ed è imputabile sia alla componente regolamentata (da +94,6% a +64,3%) sia a quella non regolamentata (da +36,4% a +29,8%). Decelerano anche i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%), quelli dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,0%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%) e dei Beni non durevoli (da +1,3% a +1,9%).
Pertanto, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%.
Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +8,7%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 punti percentuali di marzo a -6,6).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +5,0% a +5,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +6,5% a +5,8%).
Il lieve calo congiunturale dell’indice generale è dovuto ai prezzi degli Energetici regolamentanti (-12,5%) e, in misura minore, di quelli non regolamentati (-3,9%), la cui diminuzione è in parte compensata dalla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%), degli Alimentari lavorati (+1,6%), degli Alimentari non lavorati (+0,8%) e dei Beni non durevoli (+0,6%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,4% e del 6,3% su base annua (da +6,8% nel mese precedente); la stima preliminare era +6,6%. L’aumento congiunturale dell’IPCA, a differenza del lieve calo registrato dal NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi in parte anche a marzo e di cui il NIC non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,5%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 5,8% su base annua.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +4,375% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +5.800%.
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di aprile 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,3%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Altri beni e servizi (+0,3%), Abbigliameno e calzature (+0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%).
Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Comunicazioni (-0,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-1,3%), Trasporti (-1,4%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,8%)
Variazioni tendenziali
L'Istat spiega che, nel mese di aprile 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+24,7%), Traporti (+9,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+6,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+4,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+3,6%), Abbigliameno e calzature (+1,4%), Altri beni e servizi (+1,4%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,4%).
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,6%), Istruzione (-0,5%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+8,1%), Trento (+7,5%), Catania (+7,3%), Palermo, Trieste e Verona (+7,0% per tutte e tre), Messina (+6,8%), Padova, (+6,7%), Genova (+6,6%), Perugia (+6,5%), Cagliari (+6,4%), Bari, Bologna e Brescia (+6,3% per tutte e tre), Ravenna (+6,1%), Napoli (+6,0%), Firenze, Modena e Reggio Calabria (+5,7% per tutte e tre), Campobasso e Catanzaro (+5,6% per entrambe), Aosta, Rimini, Roma e Venezia (+5,5% per tutte e quattro), Livorno e Potenza (+5,4% per entrambe), Parma e Torino (+5,3% per emtrambe), Milano (+5,2%), Reggio Emilia e (+5,0%), Ancona (+4,8%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Giugno 2022.
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