Istat: Prezzi al consumo luglio 2022
Istat e Indici prezzi al consumo luglio 2022: +0,4% rispetto al mese precedente e +7,9 su base annua
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Luglio 2022 ha registrato un aumento dello 0,4 % su base mensile e del 7,9% su base annua (da +8,0% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio non frena l’onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici. Infatti, la crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni durevoli e non, dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi vari accelera, spingendo l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) a livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996. In questo quadro accelera anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984.
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Luglio 2022 ed il 14 Agosto 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +5,182909%.
Stima dell’inflazione da gennaio 2018
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Aumento dello 0,4% su base mensile e del 7,9% su base annua
Nel mese di luglio 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e del 7,9% su base annua.
L’inflazione su base tendenziale rimane elevata pur riducendosi di un decimo di punto percentuale. Ciò si deve ad andamenti contrastanti. Da una parte, infatti, rallentano i prezzi dei Beni energetici (da +48,7% di giugno a +42,9%) a causa degli Energetici regolamentati (da +64,3% a +47,9%) con i prezzi degli Energetici non regolamentati che crescono del 39,8% (da +39,9%) e decelerano i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,0% a +4,6%); dall’altra parte, accelerano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%), dei Beni non durevoli (da +2,9% a +3,6%), dei Beni durevoli (da +2,8% a +3,3%) e dei Servizi vari (da +1,1% a +1,6%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,2% a +4,7%.
Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +11,3% a +11,1%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +3,4% a +3,6%); si riduce, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,9 di giugno a -7,5 punti percentuali).
Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,2% a +9,1%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,7%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,7%) e degli Alimentari lavorati (+1,4%) ed è frenato solamente dalla diminuzione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,7%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) cala su base mensile dell’1,1%, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta dell’8,4% su base annua (da +8,5% nel mese precedente), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e del 7,8% su base annua.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +5,850% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +7,350%.
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+1,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,8%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,6%), Altri beni e servizi (+0,5%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,3%).
Variazioni nulle non si sono registrate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Comunicazioni (-0,9%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,3%), Abbigliamento e calzature (-0,1%),
Variazioni tendenziali
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+24,7%), Traporti (+13,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+10,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+6,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+5,5%), Abbigliameno e calzature (+1,7%), Altri beni e servizi (+2,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,2%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,7%).
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,9%), Istruzione (-0,4%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+10,0%), Catania (+9,9%), Palermo (+9,8%), Trento (+9,5%), Verona (+9,1%), Messina (+9,0%), Ravenna (8,8%), Padova (+8,7%), Bologna, Firenze e Perugia (+8,6% tutte e tre), Cagliari e Trieste (+8,5 per entrambe), Venezia (+8,2%), Brescia, Genova e Milano (+8,1% pet tutte e tre), Modena (+8,0%), Bari (+7,8%), Napoli (+7,6%), Roma (+7,5%), Livorno; Reggio Calabria e Rimini (+7,4% per tutte e tre), Potenza (+7,3%), Torino (7,2%), Catanzaro (7,1%), Ancona (+7,0%), Campobasso (+6,9%), Aosta, Parma e Reggio Emilia (+6,7% per tutte e tre).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Settembre 2022.
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