Ultime notizie Istat: Prezzi al consumo settembre 2021
Istat e Indici prezzi al consumo settembre 2021: - 0,2% rispetto al mese precedente
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di settembre 2021 ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,5% su base annua (dal 2,0% del mese precedente); la stima preliminare era +2,6%.
L’inflazione continua ad accelerare, portandosi a un livello che non si registrava da novembre 2012. Oltre all’aumento molto ampio dei prezzi dei Beni energetici (sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata), si registrano accelerazioni della crescita dei prezzi anche in altri comparti merceologici, che spingono l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, all’uno per cento. Anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa accelerano nuovamente, registrando un aumento che rimane però inferiore a quello riferito all’intero paniere.
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Settembre 2021 ed il 14 Ottobre 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +2,737904%.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Diminuzione dello 0,2% su base mensile e del 2,5% su base annua
Nel mese di settembre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,5% su base annua (da +2,0% del mese precedente); la stima preliminare era +2,6%.
L’inflazione anche nel mese di settembre continua a essere sostenuta in larga parte dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici (da +19,8% di agosto a +20,2%) sia della componente regolamentata (da +34,4% a +34,3%) sia di quella non regolamentata (da +12,8% a +13,3%). Questi ultimi contribuiscono all’accelerazione rispetto ad agosto, che si deve anche e in misura più ampia ai prezzi dei Beni alimentari (da +0,7% a +1,0%), a quelli dei Beni durevoli (da +0,5% a +1,0%) e a quelli dei Servizi relativi ai trasporti (che invertono la tendenza da -0,4% a +2,0%). Un contributo all’accelerazione dell’inflazione viene anche dai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,5% a +1,8%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe rispettivamente da +0,6% a +1,0% e da +0,5% a +1,1%.
Il calo congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,5%), in entrambi i casi dovuta per lo più a fattori stagionali; tale dinamica è stata solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,8%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.
Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,6% a +0,9%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,4% a +2,6%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento dell’1,3% su base mensile e del 2,9% su base annua (da +2,5% di agosto), la stima preliminare era +3,0%. La diversa dinamica congiunturale dell’IPCA rispetto al NIC si deve alla fine dei saldi estivi, di cui il NIC non tiene conto.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,6% su base annua.
Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime nel mese di settembre e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 18, 19 e 20.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1,950% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +1,500%.
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di settembre 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abbigliameno e calzature (+0,4%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2%), Istruzione (+0,2%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,1%), Comunicazioni (+0,1%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,1%).
Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Trasporti (-1,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,9%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,2%), Altri beni e servizi (-0,1%).
Variazioni tendenziali
L'Istat spiega che, nel mese di settembre 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+9,8%), Traporti (+7,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,7%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+1,0%), Altri beni e servizi (+0,7%), Abbigliameno e calzature (+0,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,2%).
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,9%), Comunicazioni (-0,9%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Catania e Genova (+3,6% per entrambe), Reggio Emilia e Trieste (+3,2% per entrambe), Trento (+3,0%), Bologna e Potenza (+2,9% per entrambe), Bolzano, Padova e Palermo (+2,8% per tutte e tre), Bari, Modena e Verona (+2,7% per tutte e tre ), Cagliari, Catanzaro, Messina, Milano, Parma e Reggio Calabria (+2,6% per tutte e sei), Aosta, Campobasso e Perugia (+2,5% per tutte e tre), Roma (+2,4%), Livorno, Napoli e Ravenna (+2,3% per tutte e tre), Brescia e Firenze (+2,2% per entrambe), Torino e Venezia (+2,1 per entrambe), Ancona, (+1,8%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Novembre 2021.
IL NOTIZIOMETRO