Mercato immobiliare non residenziale: i dati 2021
Pubblicato il rapporto OMI/Assilea: 65mila compravendite e crescita del leasing immobiliare
Il mercato immobiliare non residenziale registra una consistente ripresa nel 2021. E la motivazione non è solo il termine dell’emergenza sanitaria: i dati risultano in crescita anche se confrontati con quelli registrati nel 2019, anno pre-pandemia.
Mercato immobiliare non residenziale: i dati 2021
I risultati dell’analisi sono confuliti nel Rapporto dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate con la collaborazione dell’Associazione Italiana Leasing (Assilea). In particolare, sono aumentate, rispetto al 2020, le compravendite dei negozi (+36,9%) e degli uffici (+30,7%), e guadagnano un +41,6% quelle dei capannoni. In salita anche il valore di scambio, che tocca i 16,8 miliardi di euro, a fronte di quasi 65mila unità compravendute.
Il mercato dei negozi
Nel 2021 sono state registrate 36.984 transazioni di negozi, rispettivamente +36,9% rispetto al 2020 e +17,3% sul 2019. La quotazione media a livello nazionale è stata di 1.444 €/m2 (-2,6% rispetto al 2020), dato che conferma il calo osservato da circa un decennio. A livello regionale, il Lazio, pur conservando la quotazione media più alta, registra un ulteriore calo del 3,9%, arrivando a 1.876 €/m2, mentre Basilicata e Calabria sono le due regioni che mantengono il proprio dato medio al di sotto dei 1.000 €/m2.
Compravendite uffici nel 2021
Con riferimento agli uffici, sono 12.419 le unità scambiate nel 2021, con un rialzo del 30,7% in confronto al 2020 e del 17,8% sul 2019. Si tratta del dato più alto registrato nell’ultimo decennio. La distribuzione per comune delle transazioni evidenzia una maggior diffusione di compravendite nei comuni del Centro e nel Nord-Est.
Per quanto riguarda le quotazioni, per acquistare un ufficio si spendono, in media, 1.329 €/m2 (-0,4% rispetto al 2020). La Liguria resta la regione con la quotazione media più elevata (1.969 €/m2, -0,6%), seguita dal Lazio (1.792 €/m2, -2,9%).
Transazioni immobiliari nel settore produttivo
Nel 2021 il mercato del settore produttivo torna a crescere in modo consistente (+41,6% rispetto al 2020 e +24,5% rispetto al 2019), raggiungendo un numero di compravendite pari a 15.161, il dato più alto dal 2008. A livello geografico, tutte le regioni hanno presentato tassi di espansione rispetto al 2019 a doppia cifra, ad eccezione della Liguria (+4,1%) e della Sicilia che registra invece un dato negativo (-4,1%). La quotazione media dei capannoni industriali si attesta sui 461 €/m2, in calo di un ulteriore 1,7% rispetto al 2020.
Il valore di scambio
Nel 2021 il valore di scambio stimato per i tre settori ammonta complessivamente a 16,8 miliardi di euro (+34,5% in confronto al 2020 e +5,4% sul 2019). In particolare, dal confronto sul biennio emerge un incremento del valore di scambio stimato in +8,5% per i negozi e +5,7% per il produttivo, mentre nel settore degli uffici il recupero del 2021 non ha ancora consentito di tornare ai valori del 2019, con una flessione ancora pari a -1,8%. In termini assoluti, la quota del valore di scambio è così suddivisa:
- quasi 3 miliardi di euro per gli uffici
- circa 7 miliardi per i negozi a circa 7 miliardi
- 6,8 miliardi per gli immobili produttivi.
Il Leasing immobiliare
Nel settore leasing, complessivamente, lo scorso anno si è osservato un +9,7% del numero e +9,0%, del valore dei contratti stipulati, pari a quasi 3 miliardi di euro. La dinamica migliore si è registrata nel comparto del leasing "costruito", dove si sono confermati prevalenti i contratti compresi tra 0,5 e 2,5 milioni di euro (727 milioni), mentre l’incremento più elevato (31,2%) si è osservato nella classe d’importo superiore ai 2,5 milioni di euro. In riferimento alla ripartizione delle quote, in valore. gli immobili industriali rappresentano il 48,8%, seguiti da immobili commerciali (28,6% in valore) e uffici.
La crescita continua nel primo quadrimestre del 2022 sia in volume, +8,4%, sia in numero, +4,2%, grazie al balzo del +11,6% del “costruito” e a una ripresa nel solo segmento "da costruire" di maggiore importo. La rischiosità del comparto ha continuato a contrarsi nel quinquennio 2015-2020.
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