Microaffidamenti, nuova proroga last minute da ANAC
L’Anticorruzione ha deliberato una nuova proroga per l’utilizzo dell’interfaccia Anac fino al 30 giugno 2025 per gli affidamenti di importo inferiore a 5.000 euro
Non sorprende che, in un Paese come l’Italia, dove la proroga è ormai una consuetudine, l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) abbia deciso last minute di rinviare al 30 giugno 2025 l'obbligo di utilizzare le piattaforme di approvvigionamento digitale (PAD) per i microaffidamenti fino a 5.000 euro.
Una decisione che, se da un lato tiene conto delle difficoltà operative delle stazioni appaltanti, dall'altro sottolinea la difficoltà cronica del sistema pubblico di rispettare le proprie scadenze e di adottare la digitalizzazione in modo definitivo.
Una storia di proroghe: le tappe del ritardo
La decisione del Consiglio ANAC del 18 dicembre 2024, formalizzata in un comunicato a firma del Presidente Giuseppe Busia, rappresenta l'ultimo capitolo di una serie di rinvii. Già con la Delibera n. 582 del 13 dicembre 2023 e il successivo Comunicato del 10 gennaio 2024, ANAC aveva introdotto misure transitorie per facilitare l'adozione delle norme di digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici. Queste disposizioni erano state ulteriormente prorogate con il Comunicato del 28 giugno 2024, evidenziando le difficoltà tecniche e organizzative riscontrate da molte stazioni appaltanti.
Le motivazioni principali alla base delle proroghe includono la complessità delle piattaforme digitali e la scarsa preparazione tecnica di alcuni enti pubblici, che hanno impedito l'adozione tempestiva delle norme di digitalizzazione previste dal Codice dei Contratti Pubblici.
Cosa prevede questa nuova proroga
La nuova proroga stabilisce che, fino al 30 giugno 2025, sarà possibile continuare ad utilizzare l'interfaccia web messa a disposizione dalla Piattaforma per i Contratti Pubblici (PCP) dell'ANAC per i seguenti casi:
- Affidamenti diretti fino a 5.000 euro, in caso di impossibilità o difficoltà di utilizzo delle PAD, per garantire trasparenza e tracciabilità;
- Adesione ad accordi quadro e convenzioni i cui bandi siano stati pubblicati entro il 31 dicembre 2023, con o senza successivo confronto competitivo, estendendo tale possibilità anche agli accordi pubblicati dal 1° gennaio 2024;
- Ripetizione di lavori o servizi analoghi, relativi a procedure pubblicate prima del 31 dicembre 2023;
- Affidamenti in house, per i quali la proroga consente di utilizzare l'interfaccia web per adempiere agli obblighi previsti.
Inoltre, resta confermata in via definitiva la possibilità per le stazioni appaltanti di utilizzare l'interfaccia web per l'acquisizione del codice identificativo di gara (CIG) in tutte le fattispecie in cui è previsto l’utilizzo della scheda P5, inclusi i casi di acquisizione del CIG ai soli fini della tracciabilità dei flussi finanziari.
A partire dal 1° luglio 2025, però, l’interfaccia web non sarà più utilizzabile per queste fattispecie, in quanto si passerà definitivamente all’utilizzo delle piattaforme digitali per garantire la piena digitalizzazione dei processi.
Conclusioni: un passo avanti o una battuta d'arresto?
La decisione di ANAC, pur comprensibile, solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni italiane di rispettare le proprie scadenze. Se da un lato la proroga consente agli enti pubblici di adeguarsi, dall'altro perpetua un sistema che sembra allergico ai cambiamenti strutturali.
Il comunicato ANAC evidenzia l'importanza di assicurare trasparenza e funzionalità nel breve termine, ma resta da vedere se questo ulteriore rinvio sarà davvero l'ultimo. La digitalizzazione è un obiettivo irrinunciabile per un’amministrazione pubblica moderna, e l’auspicio è che il sistema pubblico italiano riesca finalmente a passare dalle proroghe all’effettiva realizzazione di un ecosistema digitale efficiente e affidabile.
Documenti Allegati
Comunicato Presidente ANAC 18 dicembre 2024IL NOTIZIOMETRO