Opere e infrastrutture strategiche: presentato il Rapporto 2023
Predisposto dal Servizio Studi della Camera, il rapporto è stato realizzato insieme ad ANAC e a Cresme e specifica lo stato di attuazione delle opere al 31 agosto 2023
Una forte accelerazione dei bandi, grazie alla spinta del PNRR, ma allo stesso tempo un dislivello tra le risorse messe a disposizione del Nord e del Sud. È questa in sintesi la fotografia che resistutisce il 3° Rapporto annuale sulle Infrastrutture strategiche e prioritarie 2023, realizzato dal Servizio Studi della Camera, in collaborazione con ANAC e CRESME.
Infrastrutture strategiche e prioritarie: il rapporto 2023
Il rapporto analizza l’evoluzione delle opere strategiche e prioritarie sulla base dei dati e dei documenti disponibili al 31 agosto 2023, con un'analisi che parte dall'evoluzione normativa in un percorso che va dalla legge obiettivo al nuovo Codice dei Contratti Pubblici, per poi analizzare la distribuzione delle risorse e lo stato di avanzamento di gare, affidamenti e lavori.
Infrastrutture strategiche e prioritarie
Il rapporto evidenzia che ammonta a 448 miliardi di euro il costo al 31 agosto 2023 delle infrastrutture strategiche prioritarie, rispetto alle quali le disponibilità finanziarie sono invece 315 miliardi, pari al 70% del costo previsto.
411 miliardi di euro ricadono all’interno delle infrastrutture prioritarie mentre i restanti 37 miliardi sono destinati alle opere strategiche ma non prioritarie. Tra le infrastrutture prioritarie, 221 miliardi di euro riguardano opere inserite nella programmazione PNRR-PNC o commissariate e 190 miliardi per altre priorità. Rispetto alla precedente rilevazione, i costi sono aumentati di circa 54 miliardi (+15%) dovuto all’aggiornamento del costo degli interventi a seguito dell’avanzamento progettuale e dell’aggiornamento dei quadri economici per adeguamenti tariffari.
Le infrastrutture PNRR-PNC
Se il costo delle infrastrutture PNRR-PNC è cresciuto a causa dell’adeguamento dei progetti e dei prezzi, non si rilevano effetti in relazione alla proposta di rimodulazione del PNRR trasmessa dal Governo alla Commissione europea nei primi giorni di agosto 2023.
Inoltre semplificazioni e scadenze accelerano l’apertura dei cantieri PNRR: tra maggio 2022 e agosto 2023 il costo delle infrastrutture prioritarie PNRR-PNC in gara, aggiudicate o con contratto sottoscritto e lavori da avviare passa da meno di 9 miliardi a 28 (+212%); i lavori in corso passano da 22 miliardi a 32 (+43%).
Il monitoraggio sullo stato di avanzamento delle opere PNRR- PNC riguarda un ammontare di opere pari a 117,5 miliardi di euro. La nuova rilevazione evidenzia che:
- il costo dei lavori in fase di progettazione ammonta a 57,5 miliardi di euro (erano 75,1 miliardi a maggio 2022 e 67,8 miliardi a dicembre 2022);
- 32 miliardi è il costo dei lavori in corso di esecuzione (erano 22,3 miliardi a maggio 2022 e 23,8 miliardi a dicembre 2022);
- 10,4 miliardi è il costo dei lavori aggiudicati (circa 1,5 miliardi a maggio 2022 e 2,7 miliardi a dicembre 2022);
- 9,2 miliardi è il costo dei lavori con contratto ma non ancora avviati (3,1 miliardi a maggio 2022 e 6,4 miliardi a dicembre 2022);
- 8,4 miliardi è il costo dei lavori in gara (4,4 miliardi a maggio 2022, 15,8 miliardi a dicembre 2022).
Si segnala che al Centro-Nord si registra uno stato realizzativo più maturo, ma a partire dagli ultimi mesi del 2022 si rileva un’accelerazione al Sud e nelle Isole.
Opere commissariate e infrastrutture strategiche non prioritarie
Anche lo stato di realizzazione delle opere commissariate è accelerato dalle semplificazioni e scadenze del PNRR: 42 miliardi di lavori sono in corso di esecuzione (erano 27,6 miliardi a maggio 2022); 13,5 miliardi sono i lavori con contratto sottoscritto ma non avviati (erano 6,1 miliardi); 12,6 miliardi sono i lavori aggiudicati (erano 7,1): 7,5 miliardi sono i lavori in gara (erano 5,9 a maggio 2022 e 11,5 ad aprile 2023).
Per quanto riguarda le altre infrastrutture prioritarie, non commissariate o inserite nella programmazione PNRR-PNC, il costo al 31 agosto 2023 è pari a 190 miliardi di euro, in aumento di circa 23 miliardi (+13,7%) rispetto alla precedente rilevazione aggiornata al 31 maggio 2022. L’aumento del costo è dovuto all’adeguamento della variazione prezzi e al ritorno del Ponte sullo Stretto (13,5 miliardi) e delle opere complementari allo stesso (1,1 miliardi).
Si riducono le gare, a fronte delle aggiudicazioni, mentre rimane stabile il costo dei lavori in fase di progettazione.
Per quanto riguarda le infrastrutture strategiche non prioritarie, sono meno di 37 miliardi di euro i costi, con copertura finanziaria dell’89%. Il 67% dei costi dei lavori, pari a 24 miliardi di euro, riguarda opere ultimate, il 9% (3 miliardi) è in corso di realizzazione mentre il 21% (7,4 miliardi) è in fase di progettazione da assegnare. Il restante 3% (1 miliardo) riguarda lavori in fase di affidamento o con contratto ma non avviati.
I dati sul mercato delle opere pubbliche
Secondo il Servizio Studi, la forte accelerazione del mercato dei lavori pubblici iniziata dal 2019 si è rafforzata nel 2022 e nel 2023; la sfida adesso è tutta realizzativa. Si sta assistendo a una nuova fase di crescita degli investimenti in opere pubbliche, con un ciclo espansivo che dovrebbe proseguire nei prossimi anni. Tra gennaio 2021 e agosto 2023 sono stati aggiudicati oltre 163 miliardi di euro di lavori di cui il 52%, 85 miliardi, relativi a interventi inseriti nella programmazione PNRR-PNC o in quella delle infrastrutture prioritarie per il Paese.
Circa la metà dei 163 miliardi aggiudicati, riguarda appalti integrati e contratti di partenariato pubblico-privato (PPP) che oltre all’esecuzione dei lavori prevedono la redazione di progetti da autorizzare e quindi sono caratterizzati da tempi della progettazione di almeno 1 anno cui seguono, in media, 3/4 anni per l’esecuzione, con il risultato che la grande quantità di lavori assegnati tra il 2021 e il 2023 comporta la distribuzione degli investimenti almeno fino al 2026.
I progetti PNRR-PNC e le infrastrutture prioritarie incidono per oltre il 50% del mercato. Gli importi dei bandi di gara di lavori PNRR-PNC ammontano a 97 miliardi, pari al 53% del totale dei bandi di opere pubbliche; mentre sono il 48% dei lavori aggiudicati, pari a 78 miliardi.
Dall’entrata in vigore del nuovo Codice sono rallentati i bandi, mentre continua l’accelerazione delle aggiudicazioni. Si tratta secondo il servizio Studi di un rallentamento fisiologico, dovuto alla riduzione degli affidamenti dei lavori PNRR, mentre è continuata invece la forte accelerazione delle aggiudicazioni per rispettare i tempi del Piano.
Inoltre si riducono i tempi di affidamento delle gare, da oltre 1 anno a 2 mesi per effetto delle semplificazioni e della diffusione dell’e-procurement. Poche gare deserte, si riducono il numero di partecipanti alle gare e i ribassi.
Guardando agli investimenti in opere pubbliche nel Sud e nelle Isole, tra gennaio 2021 e agosto 2023 nelle otto regioni di Sud e Isole sono state indette gare per un ammontare complessivo di 66,347 miliardi, pari al 36% del mercato nazionale (184,964 miliardi). Il 57% del valore del mercato complessivo delle opere pubbliche in gara, 38,127 miliardi, riguarda progetti PNRR e PNC e infrastrutture prioritarie dei quali un terzo riguarda progetti commissariati e inseriti nella programmazione PNRR-PNC (il 9% al Centro-Nord).
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