Ordini professionali, chiesta la totale revisione del sistema elettorale
Le proposte di Inarsind sulle modalità di elezione dei Consigli degli ordini professionali per garantire maggiore pluralità
“Cogliere l’occasione della riforma, necessaria dopo le recenti sentenze del Tar Lazio, delle modalità di elezione dei Consigli degli ordini professionali”. Lo chiede Inarsind, l'Associazione di intesa sindacale degli architetti e ingegneri liberi professionisti italiani, in una lettera inviata al Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, inviata anche ai Consigli degli Ordini professionali.
Elezioni ordini professionali, la sentenza del TAR
Se revisione del sistema elettorale ci deve essere, che sia migliorato per garantire maggiore pluralità non solo di genere ma di idee. È questo che chiede Inarsind in una lettera scritta a seguito della sentenza n. 11023/2021 con la quale il TAR Lazio ha annullato con la il regolamento elettorale del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, a seguito del ricorso presentato dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Roma.
Un ricorso che apre ad una modifica del Regolamento per il rinnovo dei consigli degli ordini provinciali degli ingegneri al fine di assicurare la parità di genere, ma che potrebbe aprire a nuovi discorsi sulla modalità stessa di elezione.
Elezioni ordini professionali, la richiesta di Inarsind
“Riteniamo - recita la lettera inviata da Inarsind - per quel che riguarda Architetti e Ingegneri, che il Decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 169, sulle modalità di elezioni dei consigli provinciali, necessiti di una profonda e totale revisione. Pur convinti che nel migliore dei mondi possibili “Consiglio” è parola evocativa di un luogo, di un gruppo, ma anche, di un comportamento che nulla avrebbe a che fare con maggioranze e minoranze, verifichiamo che nella realtà così non è. E spesso questa divisione determina il totale silenzio, se non l’assenza, delle seconde”.
Ricordiamo, infatti, che nella attuale modalità di elezione è prevista l'indicazione fino a 15 preferenze che negli anni si è tradotta in una presentazione di blocchi da 15 candidati. "Auspichiamo che - prosegue la lettera - unitamente a quanto sollecitato dai pronunciamenti del TAR Lazio, l’occasione sia colta per introdurre modalità che possano garantire maggiore pluralità di opinioni in seno ai consigli eletti. La candidatura singola, oggi prevista, in realtà si trasforma in ferree candidature riunite in liste non solo sfacciatamente ufficiali, ma per le quali si reclama l’adesione incondizionata e senza eccezioni da parte dell’elettore”.
La proposta di revisione del sistema elettorale
Proprio a seguito di questa considerazione, Inarsind propone una revisione che consenta nella pratica l'elezione di una pluralità di idee. “Una possibile soluzione - suggerisce Inarsind al Governo - potrebbe essere rappresentata dalla permanenza della candidatura singola accoppiata alla possibilità di esprimere un numero di preferenze inferiore al plenum del consiglio (7/10 ad esempio); oppure ammettere la presentazione di liste, pur senza consentire a quella vincitrice un numero di rappresentanti in consiglio pari al suo plenum. Anche per i Consigli Nazionali riteniamo sia ormai il tempo di procedere all’elezione in maniera diretta da parte degli iscritti e non più da parte dei Consigli Provinciali, specie considerando che il voto potrebbe essere espresso in modalità telematica”.
“Confidiamo – concludono i vertici di Inarsind in forma propositiva - che le nostre considerazioni possano trovare la Vostra attenzione ed entro breve tempo attuazione le modifiche invocate, per le quali ci rendiamo sin d’ora disponibili per i necessari approfondimenti”.
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