Parità di genere e Subappalto: interviene il MIT
Parità di genere negli appalti PNRR: obblighi solo per l'aggiudicatario? Lo chiarisce un nuovo parere del Supporto Giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT)
Le implicazioni operative
Il chiarimento fornito dal Supporto Giuridico del MIT risulta essere rilevante per due motivi:
- limita il perimetro di responsabilità delle stazioni appaltanti, che non dovranno svolgere ulteriori controlli sui subappaltatori in merito alla parità di genere, evitando così oneri aggiuntivi e potenziali rallentamenti nella gestione degli appalti PNRR;
- chiarisce la posizione delle imprese aggiudicatarie, che non saranno chiamate a garantire il rispetto degli obblighi di parità di genere da parte dei propri subappaltatori, concentrando l'attenzione sui requisiti dichiarati in fase di gara.
Il MIT, dunque, contribuisce a fare ordine in una materia complessa, dove il rischio di sovrapposizioni normative e interpretazioni estensive è sempre dietro l'angolo. La parità di genere resta un obiettivo fondamentale, ma la sua applicazione negli appalti pubblici deve rispettare un quadro normativo chiaro, che eviti di trasformarsi in un labirinto burocratico.
Le stazioni appaltanti dovranno limitarsi a verificare la conformità dell'aggiudicatario, senza estendere impropriamente i controlli ai subappaltatori, pena il rischio di contenziosi e blocchi amministrativi. Un principio di buon senso, che aiuta a bilanciare gli obiettivi di inclusione con la necessaria efficienza nella gestione dei contratti pubblici.
Come sempre, la chiave è nella corretta interpretazione della norma, e questo parere offre un punto fermo importante per tutti gli operatori del settore.
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