Prevenzione corruzione, per ANAC è necessaria la rotazione dirigenti
Secondo il Presidente si tratta di una prassi virtuosa che va perseguita anche tramite la formazione del personale, finalizzata a rendere interscambiabili i ruoli tra i vari dipendenti
La rotazione dei dirigenti è necessaria per prevenire la corruzione: lo ha ribadito ANAC con l’Atto del Presidente del 7 giugno 2022, prot. n. 44809, richiamando un’amministrazione comunale per la mancata rotazione dei dirigenti negli uffici a più elevato rischio di corruzione.
Prevenzione corruzione e rotazione dirigenti: l'Atto del Presidente ANAC
Dall’istruttoria condotta dall’Autorità Nazionale Anticorruzione è infatti emerso che alcuni dirigenti di settori strategici (Edilizia pubblica ed Edilizia privata) avevano ricevuto oltre tre rinnovi consecutivi del proprio incarico, ricoprendoli anche per oltre un decennio.
In particolare, ANAC non ha rinvenuto nel Piano Anticorruzione una disciplina della rotazione degli incarichi dirigenziali, né una sua eventuale programmazione. Nel PTPCT 2022-2024 è menzionata solo la rotazione ogni cinque anni del personale non dirigenziale, mentre è appunto emerso come alcuni dirigenti ricoprissero stesso incarico da più di dieci anni, con oltre tre rinnovi consecutivi.
Secondo il RPCT del Comune e il sindaco, la rotazione non è stata perseguibile poiché avrebbe comportato “la perdita di professionalità ed esperienza specifica in ciascuno degli uffici coinvolti”, con evidenti ricadute negative sull’efficienza dei servizi, soprattutto quelli rivolti alla generalità dei cittadini. Inoltre l’amministrazione ha precisato di aver adottato altre misure, diverse dalla rotazione ma sempre finalizzate alla prevenzione della corruzione, comprendenti un rafforzamento della trasparenza sul piano urbanistico che ha coinvolto cittadini e mass media.
Il provvedimento dell'Autorità Nazionale Anticorruzione
Nonostante ANAC abbia valutato positivamente le misure alternative adottate dall’amministrazione, l’Autorità ha raccomandato entro 90 giorni l’integrazione del Piano Triennale con le seguenti misure:
- formalizzazione nel Piano delle motivazioni che sino ad oggi hanno impedito una disciplina e una programmazione della rotazione del personale dirigenziale, con eventuale individuazione di figure infungibili, con la precisazione che nel caso di categorie professionali omogenee non può essere invocato tale concetto ai fini della mancata applicazione della misura della rotazione;
- individuazione dei criteri che devono guidare la pianificazione e la programmazione annuale e pluriennale della rotazione, affiancata ad un programma di formazione che consenta di rendere fungibili le competenze anche dirigenziali, con l’eventuale previsione di un affiancamento del responsabile di una determinata attività, con un altro dirigente/dipendente che nel tempo potrebbe sostituirlo;
- formalizzazione nel Piano degli strumenti alternativi alla rotazione già adottati dal Comune soprattutto nel settore dell’edilizia pubblica e privata interessato dalla segnalazione;
- previsione di uno specifico monitoraggio sulla attuazione della misura da parte del RPCT.
Infine, ANAC ha ricordato che l’istituto della rotazione dirigenziale, specie in determinate aree a rischio, dovrebbe essere una prassi fisiologica, senza avere mai carattere punitivo o sanzionatorio.
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