Principio del risultato, stella polare delle gare pubbliche
Il Consiglio di Stato ribadisce l’importanza dei principi introdotti nel Codice dei contratti di cui al D.Lgs. n. 36 del 2023, espressione di valori primari costituzionali
I principi introdotti dal Legislatore nel D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti) sono espressione di valori primari che affondano le loro radici nei precetti di cui all’articolo 97 della Costituzione e devono rappresentare la bussola per le stazioni appaltanti durante l’espletamento delle procedure di gara.
I principi del nuovo Codice dei contratti
A ribadirlo è il Consiglio di Stato nella sentenza 27 novembre 2024, n. 9510 che offre un’interessante chiave di lettura sui principi introdotti dal nuovo Codice dei contratti pubblici (artt. 1-12) e sulla loro applicazione pratica nelle procedure di gara. La vicenda riguarda una gara conclusasi con una serie di ricorsi relativi all’esclusione automatica delle offerte anomale.
Entrando nel dettaglio, i giudici di secondo grado hanno posto al centro dell’analisi il principio del risultato (art. 1), strettamente legato a quello della fiducia (art. 2), entrambi cardini del nuovo Codice dei contratti, che insieme sottolineano l’esigenza di superare una visione formalistica delle regole di gara, favorendo un approccio sostanzialista orientato al miglior soddisfacimento dell’interesse pubblico.
In tal senso, il Consiglio di Stato evidenzia come le stazioni appaltanti debbano privilegiare il raggiungimento di un contesto competitivo che garantisca la massima concorrenzialità, anche adattando i propri strumenti discrezionali per garantire l’efficacia del risultato.
Il caso di specie
Il fulcro del contenzioso ruota attorno alla corretta applicazione del sistema MES (Metodo di Esclusione Semplificata) per l’individuazione delle offerte anomale. La Stazione Appaltante, accortasi di un errore nell’applicazione del correttivo alle voci di costo "noli" e "materiali", aveva annullato in autotutela l’aggiudicazione originaria, riattivando il contraddittorio con l’offerente prima classificato.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della Provincia, riconoscendo che il principio di conservazione degli atti giuridici – sancito dall’art. 1367 c.c. e dall’art. 21 nonies della l. 241/1990 – imponeva di mantenere valide le offerte già presentate e di procedere a una rielaborazione della graduatoria.
Uno dei punti più innovativi della sentenza riguarda il bilanciamento tra l’interpretazione letterale della lex specialis e l’obbligo di perseguire il miglior risultato possibile. Si afferma che una lettura rigida delle regole può condurre a esiti non coerenti con l’obiettivo di garantire il miglior impiego delle risorse pubbliche, come accaduto nel caso di specie con l’applicazione senza correttivi del sistema MES.
Il principio del contraddittorio
Un ulteriore aspetto rilevante è il richiamo al principio del contraddittorio nelle verifiche di anomalia delle offerte. La sentenza ribadisce che l'esclusione automatica deve essere sempre accompagnata da una verifica sostanziale, in linea con i principi di collaborazione e buona fede sanciti dal nuovo codice e dal diritto europeo.
In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un passo avanti nell’evoluzione delle procedure di gara pubbliche, ponendo l’accento su principi di trasparenza, fiducia e concorrenzialità. Per i professionisti del settore, diventa fondamentale integrare nelle proprie prassi operative non solo la corretta applicazione normativa, ma anche un’attenta valutazione dei principi teleologici che guidano l’intero sistema. In tale ottica, la sentenza si pone come un importante punto di riferimento per il futuro delle gare pubbliche in Italia, offrendo un’interpretazione che concilia il rispetto delle regole con l’esigenza di garantire il miglior risultato possibile per la collettività.
Documenti Allegati
Sentenza Consiglio di Stato 27 novembre 2024, n. 9510IL NOTIZIOMETRO