ProfessionItaliane: 'Equo compenso non crei tutele differenziate'
ProfessionItaliane chiede di applicare l’equo compenso alla generalità delle imprese e dei rapporti intrattenuti con i professionisti
Bene ma non benissimo. Si potrebbe riassumere in questo modo il commento di ProfessionItaliane al disegno di legge AC 3179 che disciplina l'equo compenso per i professionisti.
La disciplina dell'equo compenso
La nuova disciplina prevista all'interno del disegno di legge si applica, infatti, ai rapporti professionali regolati da convenzioni aventi ad oggetto lo svolgimento, anche in forma associata o societaria, delle attività professionali svolte in favore di imprese bancarie e assicurative nonché delle imprese che nel triennio precedente al conferimento dell’incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di sessanta lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
Una limitazione che secondo ProfessionItaliane, l'Associazione che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali di CUP e RPT, rischierebbe di creare una distinzione netta fra professionisti tutelati e altri che non lo sono.
L’Associazione che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali di CUP e RPT, in ogni caso, saluta con favore la rinnovata attenzione verso le professioni e l’impatto economico delle attività professionali. Bene anche la modifica che contempla anche un ruolo proattivo dei Consigli nazionali nell’aggiornamento dei parametri di riferimento delle prestazioni professionali che, fra le altre cose, va nella direzione auspicata da tempo. ProfessionItaliane ritiene, però, necessari ulteriori interventi a sostegno di un tessuto professionale già messo a dura prova dalla crisi pandemica.
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