Qualificazione, subappalto e correttivo al Codice: dure critiche ad ANCE
Il commento di FINCO alle richieste di modifiche al d.Lgs. n. 209/2024: la norma sull'uso dei CEL per la qualificazione è chiara e va a favore della qualità delle opere
Sconcertante. È questo il termine con cui FINCO ha definito la richiesta fatta dall’ANCE, che ha proposto di modificare le nuove disposizioni introdotte con il Correttivo al Codice Appalti sull'utilizzo dei CEL, in sede di qualificazione, solo da parte dei subappaltatori.
Correttivo Codice: FINCO critica ANCE su qualificazione e subappalto
Secondo quanto previsto dal d.Lgs. n. 209/2024, solo i subappaltatori possono utilizzare, in sede di qualificazione, i Certificati di Esecuzione Lavori relativi alle prestazioni eseguite, mentre gli appaltatori possono utilizzare i lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili, ai soli fini della dimostrazione della cifra d’affari complessiva.
Per ANCE la norma andrebbe abrogata, per tornare alla versione originaria prevista dal d.Lgs. n. 36/2023. Una richiesta condivisa anche da Confindustria e che, sottolinea la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni, è stata presentata nel corso dell’audizione per la conversione in legge del decreto Milleproroghe, provvedimento vissuto quindi come un “contenitore omnibus”.
Spiega FINCO che “con un improprio riferimento all’Europa il cui eventuale richiamo in realtà riguarderebbe solo gli appalti sopra soglia (5.538.000 euro) che costituiscono, indicativamente, il 5% del numero complessivo – viene chiesto un passo indietro all’Esecutivo sul tema della qualificazione attraverso i lavori subappaltati. Ai costruttori non basta che l’impresa generale possa attribuirsi i lavori subappaltati (cioè non eseguiti) in relazione alla cifra d’affari complessiva, ma vogliono anche attribuirsi, ai fini della possibilità di futura partecipazione ai lavori pubblici, i lavori subappaltati per qualificarsi in categorie di lavori che non hanno eseguito e che, se sono stati subappaltati, probabilmente non sanno fare”.
La Federazione quindi non ci sta: “Tale richiesta, è davvero sconcertante. Dopo anni l’Esecutivo è riuscito finalmente a stabilire due concetti basilari ed a metterli nero su bianco, ovvero che:
- i lavori vanno fatti eseguire da chi li sa fare;
- ci si qualifica all’esecuzione di opere pubbliche con i lavori effettivamente svolti”.
FINCO: la norma sui CEL è chiara e a favore della qualità dei lavori
Per Finco la norma va a favore della qualità delle opere e della sicurezza, molto di più della patente a crediti e della "velata imposizione di determinati CCNL", oltre che a favore della qualificazione dei lavoratori e della tesaurizzazione delle professionalità. Si tratta di una situazione che nulla ha a che vedere con ipotetiche limitazioni all’utilizzo del subappalto o con la responsabilità complessiva che grava sull’appaltatore e cui concorre anche il subappaltatore, e che è, in ogni caso, sufficientemente remunerata dal momento che con il nuovo Codice il subappalto può essere affidato a “qualsiasi prezzo”.
“Confidiamo che l’Esecutivo mantenga la barra dritta di fronte a questo attacco all’interesse nazionale, specie in “epoca” PNRR, dove si prevede l’esecuzione di opere fondamentali che necessitano di un alto livello qualitativo e, si prevede altresì – e spesso lo si dimentica – la restituzione di oltre 120 miliardi di euro”
Nell’ipotesi in cui questa richiesta dovesse essere accolta (FINCO la definisce “un obbrobrio”), la proposta della Federazione è di rivedere anche il Sistema delle Soa, “poiché avremmo la prova provata che la qualificazione nell’ottica del Legislatore non sarà più una verifica delle effettive e specifiche capacità aziendali ma diventerà un mero controllo amministrativo. Una burocrazia costosa per le Aziende (specie Pmi, l’esatto contrario dello Small Business Act tanto decantato) e che andrebbe messa a carico delle Stazioni appaltanti, che dovrebbero essere anche esse sotto Soa”.
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