Regime forfettario: occhio al superamento del limite di fatturato
In una nota ai professionisti, INARSIND ricorda le conseguenze dello sforamento del tetto previsto per il regime fiscale agevolato, tra cui l'applicazione dell'IVA alle fatture
Il regime forfettario, decisamente vantaggioso per i professionisti, potrebbe rilevarsi un’arma a doppio taglio in caso di sforamento dei limiti, per cui occorre prestare massima attenzione al fatturato annuale.
Regime forfetario e sforamento limiti fatturato: le conseguenze
La conferma arriva da INARSIND, che ha diffuso una nota sull’applicazione del regime forfetario da parte di ingegneri e architetti che hanno scelto di aderire a regimi agevolati ma che hanno visto un notevole incremento dei fatturati con l’avvento di bonus fiscali, PNRR e più in generale di una consistente ripresa del comparto edile.
Per altro, la legge di bilancio 2023 ha innalzato il tetto per usufruire di questo strumento di fiscalità agevolata da 65mila a 85mila euro. Secondo quanto previsto dalla normativa, i soggetti che aderiscono al regime determinano il reddito imponibile applicando all’ammontare dei ricavi o dei compensi percepiti il coefficiente di redditività diversificato a seconda del codice ATECO che contraddistingue l'attività esercitata.
Questo coefficiente per gli ingegneri e gli architetti è pari al 78% e prevede l’esenzione dall'applicazione dell'IVA. Una volta determinato il reddito imponibile, il contribuente forfetario applica un’unica imposta, nella misura del 15%, sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP. Non si prevede la possibilità però di detrarre alcuna spesa, né di organizzarsi in alcun tipo di forma societaria.
Cosa succede se si sfora il tetto del regime forfettario
Nonostante sia stato introdotto un nuovo ulteriore limite a 100mila euro, il suo eventuale sforamento comporta il passaggio al regime ordinario. Un'ipotesi non così remota, considerato che negli ultimi anni i fatturati sono aumentati e molti liberi professionisti hanno raggiunto i limiti di reddito o sono in procinto di farlo.
In questo scenario, trovano applicazione le aliquote ordinarie e l'inserimento dell'IVA in fattura. Il professionista potrebbe quindi trovarsi non solo a dover applicare l'iva, magari avendo già firmato contratti che non la prevedevano, ma anche dovere subire l'applicazione delle aliquote del regime ordinario sull'intero fatturato, non avendo, nella gran parte dei casi, giustificativi delle spese sostenute durante l'anno, considerato che il regime forfettario non prevede alcun tipo di detrazione.
Da qui l’indicazione a prestare massima attenzione, in considerazione del fatto che il superamento della soglia dei 100mila euro puòe comportare l'applicazione di imposte sul reddito superiori al 30%.
Infine INARSIND segnala che l’Agenzia delle Entrate recentemente ha inviato comunicazioni inerenti l’inserimento nel modello redditi delle spese sostenute, ai professionisti che continuano a permanere nel regime forfettario, sebbene questo dato non sia di alcuna rilevanza ai fini dell'applicazione dell'imposta.
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