Revisione Codice Appalti: interviene l’OICE
Equo compenso, qualità della progettazione, revisione degli Allegati: l'Associazione ricorda alcuni punti sui quali è necessario operare modifiche
La revisione del Codice Appalti si candida a diventare uno dei temi caldi dei prossimi mesi, e l’avvio del tavolo tecnico presso il MIT, avvenuto il 1° luglio 2024, è sicuramente un chiaro segnale che il d.Lgs. n. 36/2023 sarà interessato da numerose modifiche, frutto di un lavoro congiunto tra istituzioni, professionisti e operatori del settore.
Revisione Codice dei Contratti: le osservazioni dell'OICE
Si inserisce in questo contesto il commento dell’OICE, secondo cui l’operato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione a metodi e obiettivi per la revisione del Codice sia pienamente condivisibile, assicurando al contempo il proprio contributo in favore dell’equilibrio contrattuale, della qualità e della concorrenza.
Un messaggio lanciato dal Presidente Giorgio Lupoi, nel corso di una tavola rotonda a tema Codice, alla quale hanno partecipato Giuseppe Busia, Presidente ANAC, Elena Griglio, Capo Ufficio Legislativo del Ministero delle Infrastrutture, Andrea Ferrante del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, insieme ai principali operatori della Filiera delle costruzioni: Francesca Ottavi per l’Ance, Marco Mingrone per Legacoop e Domenico Condelli per il CNI.
Lupoi si è soffermato proprio sull’intervento della dott.ssa Griglio: "Condividiamo la consapevolezza della necessità di aggiornare il Decreto Parametri e l’apertura ad intervenire sugli allegati al codice per recuperare quelle norme sugli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura che erano nelle linee guida ANAC 1/2016 e che darebbero certezza a tutti gli operatori. Condividiamo fortemente anche la necessità di andare verso una “solida progettazione” perché la centralità del Progetto, così come anche l’equilibrio contrattuale, deve sempre essere rispettata. Su questo riteniamo che le stazioni appaltanti debbano essere incentivate a programmare e non a progettare, cosa che se vogliono possono fare, ma l’incentivo deve essere su altro. Altro tema fondamentale è l’accesso al mercato e su questo siamo per i requisiti su base decennale”.
Le indicazioni sull'equo compenso
Altro tema centrale, l’equo compenso, sul quale il MIT, non si è sbilanciato. Sul punto infatti è stato solo evidenziato che vanno assicurati il principio, ma anche l’evidenza pubblica e i vincoli di bilancio; da parte sua Lupoi ha rilevato che il principio va applicato a tutela del professionista e della società nel caso di rapporti di forza diversi, “ad esempio nelle trattative dirette degli affidamenti fiduciari, oltre che per la determinazione corretta degli importi a base di gara nelle procedure aperte, come abbiamo chiesto e ottenuto nel nuovo codice dove il richiamo ai parametri ministeriali è ormai un obbligo”.
Nelle procedure aperte e quando c’è un confronto concorrenziale fra operatori economici, per il presidente dell'Associazione è opportuno mantenere il ribasso sull’intero compenso adottando meccanismi che disincentivino ribassi eccessivi, come ad esempio l’applicazione di formule esponenziali e la limitazione del peso dell’offerta economica.
Conclude Lupoi: “Soluzioni diverse sono controproducenti per l’intero sistema in quanto penalizzano investimenti in soluzioni innovative e tecnologiche che migliorano la produttività, limitano l’accesso del mercato ai giovani ed alle società di nuova costituzione che non possono sfruttare la possibilità di essere più competitivi sul prezzo per entrare sul mercato e, infine, incentivano i meno onesti.”
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