Revisione PNRR: le valutazioni della Corte dei Conti
I magistrati tributari esprimono un primo parere sulla revisione del PNRR elaborata quest'estate dal Governo: ancora poche certezze sulla riallocazione delle risorse
C'è coerenza, nelle richieste presentate la scorsa estate dal Governo alla UE sulla revisione del PNRR, anche se sono necessarie maggiori indicazioni sulla nuova destinazione delle risorse per avere un quadro completo ed esaustivo dell'impatto economico delle scelte, anche alla luce dell'introduzione del nuovo capitolo REpowerUE nel Piano.
Revisione obiettivi PNRR: la prima valutazione della Corte dei Conti
Si potrebbe sintetizzare così la valutazione che la Corte dei Conti ha espresso sulla terza Relazione del Governo sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza aggiornata al 31 maggio 2023, nella quale l'esecutivo aveva evidenziato i principali fattori di criticità che hanno portato a una revisione complessiva di obiettivi e traguardi.
Secondo la Corte, la portata della revisione prospettata è molto ampia, andando ad incidere su oltre la metà delle misure di investimento e di riforma, nonché su circa un terzo dei 527 obiettivi che scandiscono l’attuazione del piano, ovvero poco meno della metà di quelli che risultano ancora da conseguire in base alle rilevazioni del sistema Regis.
Si tratta di un intervento che riflette le mutate condizioni di contesto, dovute all’aumento dei prezzi dell’energia e dei materiali; mutamenti che rendono più complessa l’implementazione di alcune misure, richiedendone un adeguamento di tempi di realizzazione, obiettivi e risorse, ovvero il relativo definanziamento con riprogrammazione dei fondi. I magistrati tributari ritengono che la revisione prospettata risulta in generale coerente con le difficoltà messe in luce nella terza Relazione: 74 degli 80 interventi che presentano criticità sono interessati da modifiche.
Tuttavia, alcuni aspetti dell’analisi svolta sono in parte inattesi: a fronte di variazione dei costi e/o scarsità di materiali che fanno registrare aumenti consistenti dei prezzi, sono solo 27 gli interventi per i quali è indicata tale problematica e solo per 6 sono previsti finanziamenti con altre fonti.
La revisione sarà, secondo la Corte l’occasione per:
- introdurre il nuovo pacchetto di investimenti e riforme funzionali agli obiettivi del Piano REPowerEU;
- correggere le criticità di impostazione iniziale di alcune delle iniziative che continueranno ad essere gestite nel PNRR.
In particolare, la copertura delle misure del nuovo capitolo avverrà in parte rilevante attraverso il definanziamento di 9 linee di investimento attualmente in gestione, le quali, pur presentando ritardi in relazione alla programmazione iniziale, mostrano comunque andamenti di spesa più elevati rispetto al resto del Piano, anche in ragione della componente di “progetti in essere” in esse presenti. Il definanziamento si giustifica quindi con la volontà di prevenire possibili future difficoltà di rendicontazione della spesa, piuttosto che essere dettata da difficoltà nell’effettivo avanzamento delle iniziative.
Il problema della riallocazione delle risorse
Sottolinea la Corte che, per la parte dei 18 miliardi di investimenti definanziati e dei target depotenziati, ma confermati come obiettivo finale, da realizzare con risorse alternative, si pone un problema di individuazione di finanziamenti, allo stato non ancora puntualmente definiti. Un processo non semplice, anche alla luce delle nuove regole sulla spesa che si delineano con il ridisegno del Patto europeo e che non sembrano, allo stato, favorire aumenti di spesa - anche di investimento - se finanziata con risorse nazionali. A ciò si aggiunga l’esame dello stato di attuazione e, quindi, del fabbisogno immediato per dare una adeguata copertura finanziaria consentendo ai soggetti attuatori di onorare gli impegni già assunti.
Impegnativo sarà poi fare in modo che il Piano rivisto garantisca il rispetto degli obiettivi orizzontali, soprattutto in tema di riequilibrio territoriale. In attesa di una piena definizione del capitolo REPowerEU, data la rilevanza delle risorse dislocate dal Piano originario (importi per 15,9 miliardi che si aggiungono a quelli già presenti nel Piano per questa finalità e alle nuove risorse), le caratteristiche prefigurate nel documento mettono in evidenza elementi di particolare rilievo.
Emerge un ampio utilizzo dei crediti di imposta quali strumenti di sostegno della strategia; una scelta che risponde alla necessità di agevolare un rapido impiego delle risorse. Naturalmente, spiegano i magistrati contabili, un tale meccanismo rende più difficile il riferimento alle quote di riserva previste per il Mezzogiorno. Un aspetto che dovrà essere attentamente valutato, vista l’elevata quota destinata a tale finalità, in base ai decreti di riparto previsti per gli interventi che vengono definanziati.
Una tempestiva finalizzazione della fase di modifica del Piano è quindi necessaria, per rimuovere eventuali fattori di incertezza, sia per le iniziative in atto che per quelle nuove come quelle del capitolo REPowerEU, che hanno comunque tempi di attuazione più limitati di quelli che hanno caratterizzato le altre iniziative del Piano, dovendo comunque essere ultimate entro il 2026.
Ecobonus e Sismabonus tra le misure piuù critiche
Con il documento pubblicato il 27 luglio 2023, il Governo ha reso note le linee strategiche alla base delle proposte per la revisione complessiva del PNRR, nonché per l’introduzione del capitolo REPowerEU. Da una prima ricostruzione effettuata dalla Corte dei Conti, sulla base delle informazioni disponibili, gli interventi di modifica riportati nel documento interessano una parte importante del Piano: 163 misure, circa il 57% delle 286 complessive, cui andrebbe ad aggiungersi una nuova riforma in materia di Zone economiche speciali, con un correlato investimento. In maggior dettaglio, la prefigurata revisione riguarda 149 investimenti e 14 riforme.
Nella ripartizione per missione, la quota maggioritaria di modifiche è destinata alle linee di intervento in tema di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (missione 1, circa il 32%) e a quelle della rivoluzione verde e transizione ecologica (missione 2, circa il 24% del totale).
In termini numerici, l’incidenza delle misure e sub-misure con criticità rispetto al totale delle iniziative è pari al 28%, con una percentuale particolarmente rilevante nella missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”: circa la metà delle linee di intervento presenta problemi, in particolare nella componente 3 “efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, in cui il dato sale all’80%. In particolare, proprio in relazione alla misura di Rafforzamento dell’Ecobonus e Sismabonus (13,9 miliardi) si rilevano 2 dimensioni di difficoltà legate a problematiche oggettive di squilibrio domanda/offerta e da esigenze di ridefinizione degli obiettivi.
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