Revisione valore catastale: occhio agli errori del Fisco
No a riclassamenti delle unità immobiliari (e conseguenti aumenti della rendita catastale) in assenza di criteri definiti e di un atto adeguatamente motivato
La rivalutazione della rendita catastale con riclassamento dell’immobile va sempre motivata in maniera adeguata dall’Agenzia delle Entrate, senza possibilità di inviare un avviso contenente generici richiami alle modifiche del mercato.
Revisione del classamento catastale: no della Cassazione a provvedimenti non motivati
A specificarlo è l'ordinanza del 1° marzo 2025, n. 4684, con cui la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una contribuente contro l’avviso di accertamento catastale emesso dall'Agenzia delle Entrate, riguardante la rivalutazione della rendita catastale di un immobile.
In particolare il Fisco aveva effettuato il riclassamento dell'immobile da A/10, classe 4, in A/10, classe 7, con un aumento significativo della rendita catastale (oltre 2mila euro).
Secondo il contribuente, il riclassamento e il conseguente aumento sarebbero stati illegittimi in relazione a:
- inadeguatezza della spiegazione dei criteri utilizzati per il riclassamento;
- mancanza di trasparenza nel processo di revisione.
Dato che la CTP prima e la CTR dopo avevano confermato la legittimità formale della procedura seguita dall'Agenzia delle Entrate, è stato presentato ricorso in Cassazione.
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