Ricostruzione post sisma Centro Italia: il report sul triennio 2020-2022
Il rapporto contiene i dati relativi alla ricostruzione privata e pubblica degli ultimi 3 anni. Spiccano la progressiva semplificazione e accelerazione delle procedure
Con la conclusione dell'incarico del Commissario Straordinario Giovanni Legnini, è stato diffuso il rapporto di fine mandato sulla ricostruzione post sisma in Centro Italia relativo al triennio 2020-2022, elaborato sulla base dei dati forniti mensilmente dagli Uffici Speciali della ricostruzione delle quattro regioni.
A partire dal 16 gennaio 2023, tutti i dati relativi alla ricostruzione privata potranno essere ricavati in tempo reale dalla nuova piattaforma telematica Gedisi, che da quel giorno sostituirà il sistema Mude per la gestione delle pratiche sisma.
Indice degli argomenti
Sisma 2016: i dati sulla Ricostruzione della gestione Legnini
A fine 2022, sono questi i principali dati relativi alla ricostruzione:
- 28 mila richieste di contributi dai privati per 10 miliardi di euro (+27,7% sul 2021);
- Le richieste sono pari al 54,9% di quelle attese (ne restano 23 mila) e al 51,5% in valore;
- 15.736 decreti di contributo concessi per 5,3 miliardi di euro (+29,4% sul 2021);
- 2,5 miliardi di importi liquidati alle imprese esecutrici (1 miliardo nel 2022);
- 8.318 cantieri privati conclusi per circa 20 mila singole unità immobiliari;
- 7.333 cantieri privati attualmente aperti;
- 2.500 interventi pubblici finanziati con 3,6 miliardi, tra cui 450 scuole per 1,4 miliardi;
- 1.251 interventi su chiese e edifici di culto finanziati per 800 milioni;
- 935 milioni di euro erogati a fine 2022 per le opere pubbliche (+67% sul 2021).
I dati sulla ricostruzione privata
Alla fine del 2022 le richieste di contributo per la ricostruzione degli edifici privati danneggiati dal sisma erano 27.923, per un importo di 10 miliardi e 24 milioni di euro. Le richieste approvate dagli Uffici Speciali regionali erano pari a 15.737, con la concessione di contributi per 5 miliardi e 300 milioni. Le somme erogate alle imprese a fronte dello stato di avanzamento dei lavori autorizzati hanno raggiunto i 2,4 miliardi di euro. I cantieri conclusi, a fine anno, erano 8.318, cui corrispondono circa 20 mila singole unità residenziali o produttive riconsegnate a famiglie ed imprese.
Negli ultimi tre anni, da gennaio 2020 a dicembre 2022 i progetti di ricostruzione e richieste di contributo presentati agli Uffici Speciali della ricostruzione delle quattro regioni sono stati 15.860, per un valore di circa 6 miliardi di euro. I progetti approvati sono stati 11.474, per un importo di 4,3 miliardi. I pagamenti alle imprese sulla base dei lavori effettuati sono ammontati a 2,1 miliardi. I cantieri conclusi in questi tre anni sono oltre 6.300, per quasi 15 mila singole unità immobiliari riconsegnate a famiglie e imprese.
Si tratta di risultati ottenuti in un contesto congiunturale particolarmente difficile, caratterizzato prima dalla pandemia, che ha comportato la sospensione delle attività nei cantieri per molti mesi, poi dalle difficili dinamiche del mercato dell’edilizia innescate dalle detrazioni del Superbonus 110% sulle ristrutturazioni, che hanno determinato prima una forte carenza di tecnici ed imprese, la cui attenzione date le scadenze stringenti è stata dirottata su tali lavori, poi dal fortissimo incremento dei prezzi di molti materiali indispensabili per l’edilizia, infine dall’aumento dei prezzi dell’energia e di altre materie prime.
Nei comuni più colpiti i ritardi hanno riguardato soprattutto la ricostruzione dei centri storici completamente distrutti, mentre nel resto del territorio comunale le attività sono molto più avanzate. Il comune dove si registra il più elevato valore dei danni all’edilizia privata è Amatrice, con 1,2 miliardi di euro, seguita da Tolentino, con 950 milioni, Camerino, con 896 milioni, Norcia con 831, Ascoli Piceno con 712, Arquata del Tronto con 632 milioni, San Severino Marche, con 575 milioni, Teramo, con 412 milioni di euro.
Le risorse per la ricostruzione
I fondi stanziati per la ricostruzione privata, erogati attraverso il meccanismo del credito d’imposta, ammontano a 10 miliardi di euro netti, utilizzati per oltre la metà. A marzo del 2022 si è esaurito il primo stanziamento di bilancio disposto dal governo subito dopo il sisma per far fronte ai costi della ricostruzione privata, pari a 4 miliardi netti. Da aprile dell’anno scorso si è cominciato ad impegnare lo stanziamento di ulteriori 6 miliardi netti disposto con la legge di bilancio del 2022.
Nel secondo semestre del 2022 si è verificato un consistente aumento dei tassi di interesse e del costo dei finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti, che a parità di autorizzazione pluriennale di spesa sul bilancio pubblico, riduce i volumi destinabili alla ricostruzione privata. Per ridurre l’impatto dei tassi, Cassa Depositi ha sottoscritto diversi contratti di finanziamento con le maggiori istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca europea per gli Investimenti (Bei) e la Banca del Consiglio d’Europa (Ceb) per 1,8 miliardi di euro. A dicembre 2022 si è avviato l’utilizzo di quota parte dell’ultimo finanziamento della Banca Europea per gli Investimenti da 500 milioni di euro.
La ricostruzione pubblica
La programmazione degli interventi sulle opere pubbliche distrutte o danneggiate dal sisma si è considerevolmente ampliata nel corso del triennio: si è passati dai circa 1.300 interventi finanziati con 1,8 miliardi dell’inizio del 2020 ai quasi 2.500 attuali, con un impegno di 3,6 miliardi di euro.
Le Ordinanze Speciali, che consentono la realizzazione delle opere pubbliche essenziali ricorrendo a deroghe mirate alla normativa generale, sono ormai 43, riguardano 750 interventi puntuali nei territori dei comuni maggiormente colpiti, ed impegnano complessivamente 1,61 miliardi di euro. Le somme trasferite per le Ordinanze speciali, a fine dicembre, erano pari a 288 milioni, più che raddoppiate rispetto ai 117 milioni di fine 2021.
A fine giugno 2022 gli interventi pubblici ultimati erano 231, quelli in fase di cantiere 295. A quella data le gare d’appalto in corso erano 69 e gli interventi in fase di progettazione quasi 700. Nei giorni scorsi sono stati firmati i contratti previsti dall’Accordo quadro per avviare la progettazione degli interventi su 229 plessi scolastici nelle quattro regioni. Considerati anche i cronoprogrammi degli interventi delle Ordinanze Speciali, è ragionevole stimare che ad oggi vi siano almeno 400 cantieri pubblici aperti, e che nei prossimi mesi il loro numero sia destinato a crescere in maniera consistente.
Il totale delle risorse impegnate per la ricostruzione pubblica, a fine 2022, è pari a 4,4 miliardi di euro. Si tratta di 3,3 miliardi per il finanziamento delle opere pubbliche previste dalle Ordinanze commissariali, e di 1,1 miliardi aggiuntivi finalizzati al finanziamento di ulteriori interventi previsti dalle Ordinanze Speciali.
Le risorse complessivamente stanziate dallo Stato per la ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti del 2016-2017 in Centro Italia ammontano così a 16,7 miliardi di euro.
La semplificazione normativa e delle procedure
I risultati ottenuti sul fronte della ricostruzione privata in questi tre anni sono frutto della profonda revisione e semplificazione della normativa e delle procedure, sfociate a dicembre nell’approvazione del Testo Unico della ricostruzione privata. Tra le altre procedure di semplificazione si segnalano:
- l’Ordinanza n. 100 di maggio 2020, che attribuisce responsabilità e funzioni più rilevanti ai tecnici incaricati dai cittadini di presentare i progetti, a fronte di un adeguamento delle tariffe, tra cui la certificazione di conformità degli interventi e il calcolo del contributo concedibile e che ha attribuito agli Uffici Speciali della ricostruzione delle regioni funzioni di controllo e attuazione.
- la nuova disciplina del contributo per la riparazione degli edifici di interesse storico, artistico e culturale, e delle chiese, che oltre ad accelerare le procedure garantisce risorse congrue per questi interventi particolari.
- le nuove regole per facilitare la ricostruzione nei centri più colpiti attraverso i Programmi Straordinari ed il superamento dei Piani Urbanistici attuativi.
- infine, dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate le modalità per utilizzare le detrazioni fiscali del 110% sulle ristrutturazioni edilizie a copertura della spesa non garantita dal contributo di ricostruzione, nel 2022 è stato adottato un nuovo prezzario per i materiali e le lavorazioni, deciso l’aumento medio del 20% del costo parametrico, che definisce il tetto massimo del contributo concedibile, prevedendo il suo adeguamento semestrale.
In questo modo, iI tempi medi di approvazione dei progetti e delle richieste di contributo, dalla presentazione alla concessione del decreto, sono scesi da una media di 583 giorni nel 2019 a 130 giorni nel 2022.
Il Testo Unico della Ricostruzione
Il nuovo corpo normativo, in vigore dal 1° gennaio 2023, è composto da 130 articoli e 15 allegati. Essoo non si limita a riordinare e semplificare ulteriormente le regole sula ricostruzione privata, con l’abrogazione di 550 disposizioni e 65 allegati contenuti in 62 vecchie ordinanze varate a partire dal 2016, ma introduce anche novità sostanziali. In particolare il testo contiene:
- i principi che orientano la ricostruzione, cioè speditezza e semplificazione amministrativa, legalità, trasparenza, partecipazione, e le sue finalità, che sono la sicurezza degli edifici e del territorio, sostenibilità ambientale, efficienza energetica, qualità architettonica, tutela e valorizzazione del patrimonio, sviluppo sostenibile;
- nuove norme per favorire il completamento della ricostruzione, ampliando gli strumenti a disposizione dei cittadini e consentendo ai Comuni di subentrare, in taluni casi, ai proprietari privati inerti.
La nuova piattaforma digitale Gesidi
Dal primo gennaio 2023 è online la nuova piattaforma telematica Gedisi, con la quale i professionisti si potranno interfacciare con gli Uffici speciali regionali della ricostruzione e che sarà operativa dal 16 gennaio 2023. Gedisi, già adeguato alle innovazioni introdotte dal Testo unico della ricostruzione privata, sarà l’unico portale telematico di accesso alla ricostruzione post sisma 2016 per cittadini, professionisti ed imprese.
Il piano per lo sviluppo NextAppennino
Infine, con il Fondo NextAppennino, finanziato dal Fondo complementare nazionale al Pnrr dedicato alle aree colpite dai terremoti 2009 e 2016, per 1 miliardo e 780 milioni di euro, si intende favorire gli investimenti pubblici e privati ed accompagnare la ricostruzione fisica con misure per il rilancio economico e sociale.
Il piano è stato avviato a fine 2020, dopo la pandemia, ed attuato nel 2021 dal Governo, con l’istituzione del Fondo destinato a interventi di carattere unitario nei due crateri, la definizione della governance, con la creazione di una Cabina di Coordinamento integrata e delle norme di attuazione, attraverso le Ordinanze del Commissario per la ricostruzione 2016. È l’unico programma a carattere territoriale che viene finanziato nell’ambito del piano europeo di ripresa e resilienza, e la prima volta che una ricostruzione post sisma di ampia portata viene sostenuta da misure specifiche per lo sviluppo dell’economia dei territori colpiti.
In particolare sono stati finanziati:
- 138 interventi relativi alla rifunzionalizzazione ed efficientamento energetico di edifici pubblici (106 milioni di euro)
- 311 interventi di rigenerazione urbana (199 milioni di euro)
- 8 progetti per la conservazione e la fruizione dei beni culturali (39 milioni)
- 153 interventi relativi alla realizzazione e al consolidamento di cammini culturali e dell’ammodernamento di impianti sportivi (116 milioni), del potenziamento e restyling di 10 stazioni ferroviarie (33 milioni), 51 oltre ad investimenti sulla rete stradale nazionale (19 lotti per 177 milioni), e comunale (191 interventi per 59 milioni).
Inoltre un fondo di 68 milioni di euro è stato destinato al finanziamento delle Comunità energetiche rinnovabili promosso dai comuni e dagli enti locali, il cui bando ha registrato ben 105 richieste.
Un secondo programma di interventi è stato destinato a tutte le imprese dei territori colpiti, con particolare riguardo per quelle che hanno subito un danno da sisma. Complessivamente, a fronte di 615 milioni di euro resi disponibili sotto forma di agevolazioni sui nuovi investimenti, sono stati presentati 2.541 progetti di investimento, per un valore complessivo di 2,3 miliardi di euro, con la richiesta di 1,5 miliardi di contributi.
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