Riforma del Codice dei Contratti: l'appello al Governo
La lettera aperta degli architetti toscani: la velocizzazione non può essere a scapito della qualità della progettazione
“La professione di Architetto (…) è espressione di cultura e tecnica che impone doveri nei confronti della società, che storicamente ne ha riconosciuto il ruolo nelle trasformazioni fisiche del territorio, nella valorizzazione e conservazione dei paesaggi, naturali e urbani, del patrimonio storico e artistico e nella pianificazione della città e del territorio”.
Si apre con il preambolo del Codice Deontologico degli Architetti PPC la lettera alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che la FAT - Federazione Architetti PPC Toscani (ovvero Ordini Architetti PPC di Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Siena) ha sottoscritto insieme agli Ordini APPC Italiani, per un totale di 102 Ordini Italiani su 105, chiedendo un ripensamento delle soluzioni proposte nella riforma del codice dei contratti: “tempi veloci ed interessi economici non possono contrapporsi alla qualità del progetto e di conseguenza del risultato”.
Riforma del Codice dei Contratti: gli architetti toscani scrivono al Governo
Come spiega la Coordinatrice FAT, l’arch. Lulghennet Teklè, la riduzione o, addirittura, l’eliminazione dei concorsi di progettazione, impedisce la reale qualità dei progetti delle opere pubbliche, “opere che sono strategiche, essendo di primaria importanza sia nell’immediato così ancora di più nel futuro, per il nostro Paese”.
Nella lettera si evidenzia come il nuovo Codice dei Contratti sia interesse di tutti, ma che il testo attualmente proposto e diffuso in questi giorni, rivela criticità che per i professionisti sgnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici che riguardano l’intera comunità.
In particolare, si evidenzia come le tempistiche dettate da Europa e da PNRR non possono andare a scapito del far bene, così come la riduzione di tempi e procedure nell’affidamento e nella programmazione, pianificazione e progettazione di opere, non possono condurre all’eliminazione di parti di leggi indispensabili per la qualità del progetto e delle conseguenti realizzazioni.
L'appello alla qualità del progetto
Da qui, l’invito al Governo a un ripensamento delle soluzioni proposte e alla possibilità di aprire un confronto con i professionisti: “Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani”.
E infine un appello: “la riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta ed inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene ed il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità”.
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