Riforma del Codice dei contratti: filiera delle costruzioni pronta a collaborare
Le associazioni di categoria e i professionisti del settore hanno chiesto un coinvolgimento in prima linea per la redazione di un testo snello e facilmente utilizzabile da operatori e stazioni appaltanti
Sembra passata una vita, in realtà è trascorso soltanto poco più di un mese da quando lo schema del nuovo Codice dei Contratti Pubblici è stato consegnato al Governo dal Consiglio di Stato.
Nuovo Codice dei Contratti: filiera delle costruzioni disponibile alla redazione del testo definitivo
Una vita davvero, se si pensa che nel frattempo si è insediato il nuovo esecutivo guidato dal premier Giorgia Meloni, che è stato nominato un nuovo gruppo di lavoro dal Ministero delle Infrastrutture e, soprattutto, tenendo conto dei tempi stretti che caratterizzeranno la redazione definitiva e l’approvazione del nuovo Codice.
Queste le scadenze previste:
- entro marzo 2023, l'entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della delega per la revisione del Codice dei contratti pubblici;
- entro giugno 2023, l'entrata in vigore di tutte le leggi, regolamenti e provvedimenti attuativi per la revisione del sistema degli appalti pubblici;
- entro dicembre 2023, il pieno funzionamento del sistema nazionale di e-procurement.
Tempi decisamente serrati, motivo per cui la filiera delle costruzioni (Ance, Anaepa Confartigianato Edilizia, Assistal, Claai, Cna Costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative Lavoro e Servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop Produzione e Servizi, Oice, Ucsi), ha sottolineato la disponibilità a dare il proprio contributo, anche nella consapevolezza della nuova sfida che la attende per la realizzazione dei lavori del Pnrr.
Le associazioni di categoria e i professionisti del settore, pur consapevoli della estrema ristrettezza dei tempi a disposizione per la riforma dettati dalle scadenze negoziate con la Ue, hanno quindi chiesto di poter essere coinvolte in prima linea, considerato come il Codice rappresenti uno strumento cruciale per le imprese e per le Stazioni Appaltanti, sul quale è necessario non ripetere gli errori del passato.
Come sottolineano gli operatori, lo scopo è quello di arrivare in tempi brevi a un testo composto da norme snelle che garantiscano trasparenza, concorrenza e efficienza, consentendo al settore delle costruzioni di continuare a dare il suo contributo per la crescita del pil e dell’occupazione.
Il nuovo Codice degli Appalti: la bozza del Consiglio di Stato
Ricordiamo che lo Schema preliminare elaborato dal Consiglio di Stato attualmente prevede un testo composto da 230 articoli, suddivisi in 5 libri:
- Libro I - Dei principi, della digitalizzazione, della programmazione e della progettazione
- Libro II - Dell’appalto
- Libro III - Dell’appalto nei settori speciali
- Libro IV - Delle concessioni e del partenariato pubblico-privato
- Libro V - Del contenzioso e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Disposizioni finali e transitorie
Ognuno dei quali suddiviso in parti, titoli e capi.
Non solo: il nuovo Codice dovrebbe contenere alcuni allegati che lo renderanno autoapplicativo, senza il rinvio ad ulteriori disposizioni. Allegati che però ancora non sono stati resi noti e che vengono richiesti da più parti nella filiera delle costruzioni, per contribuire concretamente alla composizione di un testo facilmente utilizzabile da Stazioni Appaltanti e Operatori.
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