Riforma Codice dei contratti: ingegneri critici sul testo preliminare
Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri auspica che nel corso dell’iter di approvazione siano colmate alcune gravi lacune e che si ribadisca la centralità del progetto
I presupposti non sono ottimali e benché il processo di definizione delle nuove regole sui contratti pubblici debba ancora prevedere ulteriori passaggi, tra i quali l’acquisizione dei pareri della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari competenti, il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri ha già ricevuto parecchie critiche, soprattutto da parte delle professioni tecniche.
Riforma Codice dei contratti: sparita la centralità del progetto
Ciò che è saltato subito all'occhio è la scomparsa di tutte quelle disposizioni e conquiste che negli anni erano riuscite a valorizzare la centralità del progetto e il ruolo dei professionisti. E proprio su questi temi, dopo le critiche del Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Francesco Miceli, e del coordinatore del gruppo di lavoro "Lavori Pubblici" della Rete delle Professioni Tecniche, Michele Lapenna, è arrivata una nuova stoccata da parte del nuovo Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Angelo Domenico Perrini.
“E’ sicuramente condivisibile il fatto che questo nuovo testo punti alla semplificazione - afferma il Presidente del CNI Perrini - Tuttavia, anche a causa della sua mancata completezza, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sembra non voler tenere conto di alcuni aspetti decisivi, da sempre al centro delle interlocuzioni istituzionali degli ingegneri, e dei professionisti tecnici in generale. Su tutti la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio, dimenticando il fatto che la fase di progettazione è decisiva per garantire la qualità delle opere. Come se non bastasse, l’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione e si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, ossia l’affidamento all’impresa sia della progettazione esecutiva che dell’esecuzione dell’opera. Inoltre, non vengono ben definiti i ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e dei professionisti esterni alle PA, così come non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, dato che non si fa menzione del Decreto Parametri".
I pareri prima della pubblicazione del Decreto Legislativo
L'art. 1, comma 4 della legge 21 giugno 2022, n. 78 recante "Delega al Governo in materia di contratti pubblici" prevede ancora un articolato processo per l'adozione del decreto legislativo che dovrà ricevere:
- il parere della Conferenza unificata (entro trenta giorni dalla data di trasmissione);
- i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari (entro trenta giorni dalla data di trasmissione).
Due mesi in cui il testo potrà essere ulteriormente modificato e affinato affinché si possa evitare di sacrificare anni di conquiste sull'altare di una pseudo-semplificazione normativa.
“Ci auguriamo - conclude Perrini - che le forze politiche riflettano con attenzione su tutti questi aspetti e che nei passaggi successivi pongano rimedio, accogliendo le richieste e le segnalazioni che le nostre categorie professionali stanno inoltrando. La semplificazione è un obiettivo che trova tutti d’accordo, ma non può essere conseguito a scapito della qualità della progettazione delle opere e della loro stessa realizzazione”.
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