Rigenerazione urbana: INU sui tagli in legge di Bilancio
Previsti tagli su PINquA e Programma Periferie degradate. Per l'Istituto Nazionale di Urbanistica si tratta di un grave errore del Governo
Ammonta a 1 miliardo e 600 milioni il possibile taglio dei fondi alla rigenerazione urbana, sul quale è intervenuto l'Istituto Nazionale di Urbanistica, definendolo come "un grave errore dell’esecutivo, in contrasto con l’orientamento espresso dalla maggioranza di approvare una legge proprio sulla rigenerazione urbana".
Rigenerazione urbana: INU interviene sui tagli in legge di Bilancio
Il riferimento è ai contenuti dell’art. 104 del ddl di Bilancio 2025, attualmente in discussione alle Camere. Si inizia con il taglio lineare di 800 milioni ai cosiddetti PINQuA, i progetti del Programma innovativo per la qualità dell’abitare gestiti dal Ministero delle Infrastrutture e realizzati dai Comuni che hanno firmato convenzioni con lo Stato aggiudicando appalti alle imprese: “I cantieri sono avviati e le imprese potrebbero rivalersi sui Comuni in caso di interruzione dei lavori per sopravvenuta mancanza di fondi. Un’altra grave conseguenza sarebbe il ritiro degli investimenti privati”.
I fondi, per altro, verrebbero poi tagliati a fronte di anticipazioni sul PNRR che il governo ha già acquisito dall’Unione Europea. “Dall'inserimento in PNRR i PINQuA derivano quindi l'obbligo di conclusione nel 2026, ma come si farà a ultimarli se si tagliano i finanziamenti? E se non si ultimano, come si giustificherà in sede europea il mancato raggiungimento degli obiettivi?” continua INU.
Altri 800 milioni verrebbero tagliati dal Programma periferie degradate, anche in questo caso in presenza di convenzioni firmate, appalti avviati e contributi dei privati attivi.
“È quindi necessario il ripristino dei fondi, per ragioni tecniche ma anche perché si tratta di risorse che vanno a beneficio della qualità di vita nelle nostre città. Servono in primo luogo ai cittadini che hanno diritto a spazi pubblici più salubri, a infrastrutture rinnovate, a servizi più efficienti. È quanto meno paradossale che le risorse vengano cancellate proprio nella fase in cui emerge la volontà politica di condurre in porto la legge sulla rigenerazione urbana, che rischia così di trasformarsi in un mero spot, per giunta infelice”.
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