Rilancio edilizia non solo merito del Superbonus
In audizione in Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera, la Presidente dell’UPB ha parlato degli effetti macroeconomici del superbonus e gli altri bonus edilizi
Benché un’analisi completa dell’impatto dei bonus edilizi sull’economia italiana sia ardua utilizzando solo strumenti macroeconomici, nel biennio 2021-2022 l’edilizia è stata sospinta non soltanto dal comparto residenziale, ma anche da quello non residenziale e dalle opere pubbliche.
Indagine conoscitiva sugli effetti dei bonus edilizi
Può essere sintetizzato in questo modo l'intervento del 16 marzo 2023 in Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera della Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.
Un'audizione gemella a quella della settimana scorsa in Commissione Finanze e tesoro del Senato in cui, però, l'attenzione si è focalizzata sulla detrazione fiscale di cui all'art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), il cosiddetto Superbonus.
Nella memoria depositata alla Camera sono trattati i seguenti punti:
- Le agevolazioni edilizie
- Il Superbonus 110%
- Un’analisi microeconomica degli investimenti
agevolati con il Superbonus
- La distribuzione degli incentivi Superbonus rispetto alle previgenti misure di riqualificazione energetica
- Superbonus e risparmio energetico
- Un’analisi microeconomica degli investimenti
agevolati con il Superbonus
- L’evoluzione delle compensazioni dei crediti di imposta
- Il settore delle costruzioni in Italia e valutazioni sugli
effetti degli incentivi
- Le tendenze recenti nel comparto delle costruzioni
- Alcune stime sulla valutazione d’impatto degli incentivi all’edilizia
- Il trattamento contabile dei bonus edilizi e le conseguenze sui conti pubblici
- Considerazioni generali
Le opzioni alternative alla detrazione diretta
Parlando delle (defunte) opzioni alternative di cui all'art. 121 del Decreto Rilancio, viene evidenziato che questo strumento ha consentito di superare i problemi che limitano la possibilità di fruire dell’agevolazione a quei contribuenti:
- con vincoli di liquidità nel finanziare l’intero importo dei lavori;
- con un reddito imponibile non sufficientemente elevato per godere della detrazione (incapienza fiscale).
Si ammette, anche, che l’ampiezza delle originarie previsioni degli articoli 119 e 121 del Decreto Rilancio va valutata in relazione alle finalità di sostegno del settore edilizio alla luce del perdurare della crisi pandemica e alla durata dell’agevolazione, inizialmente prevista solo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021.
Ai fini della valutazione della misura e della sua evoluzione nel tempo sono stato considerati ulteriori aspetti:
- la complessità nella gestione delle procedure autorizzative per beneficiare del Superbonus;
- il termine entro il quale effettuare i lavori al fine di beneficiare dell’agevolazione;
- il meccanismo di cessione del credito nella sua formulazione iniziale e dopo le successive modifiche apportate a partire da gennaio 2022.
L'utilizzo del Superbonus
Ciò premesso, il ricorso al Superbonus è risultato nettamente superiore rispetto alle previsioni formulate originariamente nelle Relazioni tecniche dei provvedimenti che lo hanno introdotto e successivamente modificato.
A fronte di una stima iniziale di quasi 10 miliardi l’anno di investimenti, i lavori agevolati (ammessi a detrazione) hanno raggiunto al 28 febbraio 2023:
- 68,5 miliardi complessivi, di cui circa 53,2 miliardi relativi a lavori realizzati;
- a cui corrispondono detrazioni/crediti di imposta per oltre 75 miliardi.
Le tendenze recenti nel comparto delle costruzioni
Concludendo con la valutazione degli effetti dei bonus edilizi sul comparto delle costruzioni, l'UPB ammette che l’edilizia in Italia si è caratterizzata nell’ultimo biennio per una rapida crescita, superiore a quella osservata in altri paesi europei.
La produzione delle costruzioni, dopo la flessione di quasi otto punti percentuali nel 2020 per la crisi pandemica, ha registrato nel 2021 un balzo di oltre il 25%, per poi rallentare nel 2022 al 12,5%, un ritmo comunque elevato.
L’incremento dell’attività edile registrato in Italia l’anno scorso è risultato in controtendenza rispetto alla dinamica negativa di Spagna e Germania (-7,3 e -1,5%, rispettivamente) e di intensità maggiore rispetto alla crescita registrata in Francia (1,3%) e nella media dell’area dell’euro (2,2%).
All’elevato volume di attività produttiva in Italia ha fatto riscontro un marcato incremento dell’input occupazionale. Le ore lavorate nel comparto delle costruzioni sono aumentate nel 2021 del 19,8%, un’espansione superiore di oltre sei punti percentuali a quella della Francia e di oltre tre volte quella dell’area dell’euro. Nel 2022 la tendenza in aumento è proseguita nei primi due trimestri, per poi stabilizzarsi nel secondo semestre su un livello superiore di circa due punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel biennio 2021-22, la crescita cumulata degli occupati (rilevati dalla contabilità nazionale trimestrale) delle costruzioni è stata del 13,5%. In particolare, lo scorso anno l’occupazione è aumentata di oltre sette punti percentuali rispetto al dato medio del 2021, a fronte di un incremento dell’1,7% del totale dell’economia.
Viene, infine, effettuato un confronto tra gli investimenti residenziali, che hanno beneficiato del Superbonus, e quelli in fabbricati e opere pubbliche, che non sono interessati da questo incentivo. Sulla base dei dati di contabilità nazionale al momento disponibili, che potranno essere rivisti nelle prossime pubblicazioni dell’Istat, prima dell’introduzione del Superbonus le due componenti avevano registrato andamenti medi in volume in flessione (tra il 2011 e il 2020 di oltre 3,5 punti percentuali per le abitazioni e oltre 2,0 per le costruzioni non residenziali), anche a causa della crisi pandemica; nel 2021 è seguito un forte rimbalzo per gli investimenti in abitazioni (37,2%), più marcato di quello degli altri investimenti in costruzioni (18,4%).
Nel 2022, quando i flussi di lavori finanziati con il Superbonus hanno accelerato, gli investimenti in abitazioni sono aumentati meno di quelli in costruzioni non residenziali (10,3% i primi e 12,9% i secondi); in sostanza, il rafforzamento dell’accumulazione residenziale nel confronto con gli altri investimenti dell’edilizia si è manifestato soltanto nel 2021, mentre l’anno scorso non si è evidenziata un’evidente discontinuità riconducibile all’incentivo.
In definitiva, benché la crescita del settore delle costruzioni sia stata evidente, secondo l'UPB andrebbe considerato che l’edilizia è stata sospinta non soltanto dal comparto residenziale, ma anche da quello non residenziale e dalle opere pubbliche.
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