Riqualificazione energetica e Direttiva Green: in arrivo nuovi bonus?
Il MASE anticipa le proposte per la revisione del sistema di detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio
Riqualificazione energetica: il sistema di incentivi fiscali proposto dal MASE
Sulla base di queste premesse comuni, gli Stati dovranno quindi definire un possibile sistema di incentivi finalizzati alla riqualificazioen energetica del patrimonio edilizio.
Ancora in Italia ci sono poche certezze, sebbene il MASE stia lavorando a una proposta che dovrebbe essere presentata in tempi ragionevolmente brevi. Lo dimostra la risposta del Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, all’interrogazione dell’on. Fabrizio Benzoni (5-02854) in Commissione X Attività produttive alla Camera sulle “Iniziative di competenza per la promozione di un nuovo quadro normativo per l’incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica concernenti le imprese”.
Gava ha sottolineato l’impegno del MASE nella revisione del sistema delle detrazioni fiscali, proprio al fine di dare attuazione alle direttive (UE) 2023/1791 sull’efficienza energetica (EED – Energy Efficiency Directive), e 2024/1275 sulla prestazione energetica (EPBD – Energy Performance of Building Directive), anche in considerazione degli obiettivi del PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).
Il Viceministro parla di “Approccio integrato ed efficiente per attuare le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti”, superando l’attuale frammentazione delle diverse detrazioni, con un focus sugli interventi più efficaci in termini di costo per favorire la decarbonizzazione energetica.
In particolare, si intende introdurre una modulazione dei benefici in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, con interventi graduati in termini di priorità, seguendo questi criteri:
- durata almeno decennale dell’incentivo, per rispondere agli obiettivi previsti per il settore residenziale dalla EPBD al 2035;
- rivolta in prevalenza alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva EPBD (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica, e altro), escludendo categorie catastali di lusso e le tecnologie non più ammissibili secondo le norme europee;
- benefici ridotti per gli interventi singoli e benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta;
- tetto di spesa annua complessivo per la misura e costi massimi specifici omnicomprensivi per gli interventi;
- strumenti finanziari di supporto da affiancare, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica, anche tramite l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.
Continua Gava, che la riforma intende migliorare l’efficacia economica dei bonus, accelerando al contempo il conseguimento dei risultati di carattere energetico-ambientale.
In riferimento a edifici commerciali e industriali il Viceministro segnala che le imprese possono ricorrere anche al Conto termico, ai Certificati bianchi, al Fondo nazionale per l’efficienza energetica e al piano Transizione 5.0.
Una risposta che, secondo Benzoni, chiarisce bene come gli obiettivi saranno raggiunti sulla base di incentivi modulabili, ma non lo è ancora su come, di fatto, questa modulabilità sarà articolata in relazione al tipo di intervento. E puntualizza l’urgenza del provvedimento che permetterebbe, da un lato, di raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo e, dall’altro, di realizzare un efficientamento energetico degli edifici del nostro Paese.
IL NOTIZIOMETRO