Ristrutturazione edilizia e rigenerazione urbana: ANCE chiede regole certe

L'Associazione esprime un parere positivo sulla proposta di legge, ma invita a una revisione complessiva di un quadro normativo complesso e obsoleto

di Redazione tecnica - 14/09/2024

La situazione di incertezza che si è creata negli ultimi mesi sull’interpretazione di alcune regole urbanistiche ed edilizie nazionali sta determinando effetti fortemente negativi in tutto il Paese, con il rischio di bloccare del tutto le già timide politiche di rigenerazione delle città in Italia. Le conseguenze sono rilevanti e riguardano non solo imprese, professionisti e tutta la filiera delle costruzioni, ma anche le famiglie.

DDL Ristrutturazione Edilizia: l'audizione di ANCE

Proprio per questo ANCE, nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera sulla proposta di legge “Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana” (DDL 1987/C), ha espresso parere positivo, ritenendolo una prima risposta, seppur di breve termine, alle attuali problematiche legate a un quadro normativo complesso e ormai obsoleto.

Secondo l’Associazione presieduta da Federica Brancaccio, il DDL mette fine all’incertezza normativa e fornisce un’interpretazione chiara delle regole che attualmente sono oggetto di letture divergenti, affrontando con maggiore attenzione rispetto al Salva Casa il tema del regime transitorio: in particolare, viene garantita la continuità degli interventi edilizi realizzati o assentiti fino alla data di entrata in vigore della disciplina di riordino del settore e vi è grande attenzione a non lasciare vuoti applicativi.

Le proposte sul disegno di legge

Ci sono comunque dei miglioramenti che potrebbero essere apportati quali:

  • riformulare il comma 6 dell’art. 1, volto a salvaguardare il regime amministrativo degli interventi di ristrutturazione edilizia (Scia e Scia alternativa al Permesso di costruire);
  • rivedere i casi da qualificare come ristrutturazione edilizia in rapporto alla sola demolizione e ricostruzione (unica tipologia di intervento oggetto nuovamente di interpretazioni divergenti) e non tutta la disciplina della categoria di ristrutturazione edilizia (commi 1 e 4);
  • tutelare tra gli interventi non preceduti dall’approvazione di un piano attuativo anche tutti quegli interventi che rispondono alle previsioni dei piani urbanistici comunali o comunque sono conformi a convenzioni urbanistiche o atti d’obbligo con i quali sono stati definiti i relativi adempimenti a carico dell’operatore (comma 3);
  • ampliare l’ambito di intervento salvaguardando non solo gli interventi realizzati o assentiti ma anche tutte quelle situazioni per le quali il procedimento amministrativo risulti avviato e in una fase avanzata di istruttoria (commi 2 e 4).

Per ANCE, il DDL rappresenta il punto di partenza per superare le attuali normative anacronistiche (che hanno compiuto più di 80 anni con la Legge n. 1150/42 e più di 50 anni con il DM n. 1444/68) e che non sono più sostenibili in quanto non rispondenti alle esigenze che le stesse politiche europee stanno delineando.

Un punto di inizio che possa portare al più presto all’approvazione di una normativa sulla rigenerazione urbana e a una revisione del testo unico edilizia, dando un quadro complessivo di regole moderne e, soprattutto, certe.

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