Il RUP come 'Demiurgo' del progetto pubblico: una governance olistica dall'alpha all'omega

Il Responsabile Unico di Progetto all’interno del nuovo Codice dei contratti plasma l'essenza stessa dell'opera con metodo e innovazione

di Pietro Grosso - 23/10/2024

III. Governance Olistica: Il RUP come Architetto del Progetto

A. "Ab ovo usque ad mala": la supervisione a 360°

Il Responsabile Unico del Progetto (RUP), nella sua veste di demiurgo dell'opera pubblica, è chiamato ad esercitare una supervisione onnicomprensiva che si estende "ab ovo usque ad mala" - dall'inizio alla fine del progetto. Questa locuzione latina, originariamente riferita alla struttura dei banchetti romani, si presta perfettamente a descrivere l'approccio olistico che il RUP moderno deve adottare.

La governance olistica richiede al RUP di orchestrare una sinfonia complessa di elementi, dalla conceptio operis fino alla sua fruizione finale. Questo approccio si allinea perfettamente con i principi della UNI ISO 21500 "Guidance on project management", che enfatizza l'importanza di una visione integrata e sistemica nella gestione dei progetti.

  1. Gestione degli Stakeholder: Il RUP deve fungere da "pontifex maximus" tra le diverse parti interessate, mediando tra interessi spesso divergenti. L'utilizzo di strumenti come la "Stakeholder Salience Model" di Mitchell, Agle e Wood può aiutare il RUP a prioritizzare e gestire efficacemente le aspettative dei vari attori coinvolti.
  2. Compliance Normativa: In qualità di "custos legis", il RUP deve navigare nel mare magnum della normativa, assicurando che ogni aspetto del progetto sia conforme al quadro legislativo vigente. Questo richiede non solo una profonda conoscenza del diritto amministrativo, ma anche la capacità di anticipare potenziali cambiamenti normativi che potrebbero impattare il progetto.
  3. Innovazione Tecnologica: Il RUP deve incarnare lo spirito dell'"homo novus" ciceroniano, promuovendo l'adozione di soluzioni tecnologiche all'avanguardia. L'implementazione di sistemi BIM (Building Information Modeling) e l'utilizzo di tecnologie IoT per il monitoraggio in tempo reale sono esempi di come il RUP possa spingere i confini dell'innovazione nei lavori pubblici.
  4. Sostenibilità: In un'epoca segnata dall'imperativo della sostenibilità, il RUP deve agire come "curator ambientis", assicurando che il progetto aderisca ai principi dell'economia circolare e minimizzi il suo impatto ecologico. L'adozione di standard come LEED o BREEAM può fornire un framework solido per integrare la sostenibilità in ogni fase del progetto.

B. L'arte della sintesi: conciliare tempi, costi e qualità

Il RUP, quale vero e proprio "artifex" del progetto, deve padroneggiare l'arte della sintesi, bilanciando il classico "iron triangle" del project management: tempi, costi e qualità. Questa sfida richiede non solo competenze tecniche, ma anche una profonda comprensione dei principi di ottimizzazione multi-obiettivo.

  1. Ottimizzazione delle Risorse: Attraverso l'implementazione di metodologie lean e l'utilizzo di tecniche come il Critical Chain Project Management (CCPM), il RUP può massimizzare l'efficienza nell'allocazione delle risorse. Il concetto di "muda" (spreco) derivato dal Toyota Production System deve essere costantemente monitorato e minimizzato.
  2. Gestione dei Rischi: Il RUP deve agire come un "augur" moderno, anticipando e mitigando i rischi potenziali. L'adozione di framework come il PMBOK (Project Management Body of Knowledge) può fornire una struttura robusta per la gestione del rischio, mentre tecniche come la Monte Carlo Simulation possono aiutare a quantificare l'incertezza insita nel progetto.
  3. Controllo Qualità: In qualità di "arbiter elegantiae" dell'opera pubblica, il RUP deve garantire che gli standard qualitativi siano non solo rispettati, ma superati. L'implementazione di sistemi di Total Quality Management (TQM) e l'adozione di metodologie come Six Sigma possono fornire gli strumenti necessari per un controllo qualità rigoroso e sistematico.

In conclusione, il RUP, nel suo ruolo di Architetto del Progetto, deve orchestrare una complessa sinfonia di elementi, dalla supervisione a 360° alla sintesi armonica di tempi, costi e qualità. Come affermava Vitruvio nel "De Architectura", l'architettura si basa su "firmitas, utilitas, venustas" (solidità, utilità, bellezza). Analogamente, il RUP moderno deve assicurare che il progetto sia solido nella sua pianificazione, utile nel suo scopo e "bello" nella sua esecuzione e impatto sociale.

La governance olistica richiede al RUP di essere non solo un tecnico competente, ma un vero e proprio "Renaissance man" del XXI secolo, capace di integrare conoscenze interdisciplinari in una visione coerente e innovativa. Solo attraverso questo approccio sintetico e olistico il RUP può veramente elevarsi al ruolo di demiurgo del progetto pubblico, plasmando non solo infrastrutture, ma il futuro stesso della civitas.

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