Salva Casa: cosa cambia davvero dopo l’Accordo in Conferenza Unificata?
L’Accordo in Conferenza Unificata per l’adeguamento della modulistica edilizia alle nuove disposizioni del Salva Casa ha effetti immediati?
Se c’è una certezza, in questo Paese, è che l’incertezza normativa è diventata la regola. In un’Italia dove l’edilizia privata è ostaggio di norme scritte male, applicate peggio e interpretate in modo schizofrenico, il Testo Unico Edilizia o TUE (d.P.R. n. 380/2001) continua a essere oggetto di interventi a raffica, figli di una logica emergenziale che nulla ha a che fare con la pianificazione legislativa.
Un Testo Unico per modo di dire
Da anni ormai, il TUE viene modificato a colpi di Decreti-Legge e leggi di conversione: strumenti pensati per affrontare situazioni eccezionali ma ormai usati come scorciatoie per sopperire all’assenza di una visione strutturale. Il risultato? Un mosaico normativo sempre più incoerente, con provvedimenti che entrano in vigore immediatamente, lasciando gli operatori del settore in un limbo operativo e giuridico.
Due i problemi principali:
- tempistiche impossibili: le norme entrano in vigore da un giorno all’altro, ma enti locali e professionisti non hanno il tempo (né spesso i mezzi) per adeguarsi;
- contenuti instabili: le modifiche sono oggetto di continui ripensamenti, deroghe e interpretazioni (il Superbonus è l’emblema di questa deriva).
L’ultimo ritocco al TUE è arrivato con la Legge n. 105/2024 di conversione del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa). Un provvedimento presentato come rivoluzionario, ma che a distanza di mesi non ha ancora prodotto effetti concreti. Le pratiche edilizie languono, mentre il sistema resta inchiodato alla solita attesa:
- la PA aspetta la modulistica aggiornata e l’allineamento delle piattaforme digitali;
- i professionisti si muovono sul filo del rasoio tra autocertificazioni, moduli “fai da te” e incertezze interpretative.
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