Sostegni a famiglie e a imprese, le previsioni del Governo per il 2023
I tassi di interesse aumentano e con questi anche il costo della vita. Ecco le misure che intende adottare il Governo per aiutare famiglie e imprese
I tassi di interesse aumentano e gli unici a guadagnarci sono gli istituti bancari, con extraprofitti che per il 2022 ammontano a oltre 10 miliardi di euro, come riporta l’on. Emiliano Fenu nell’interrogazione a risposta immediata in Commissione VI Finanze n- 5-00483.
Aumento prezzi e costo della vita: le iniziative di sostegno economico nel 2023
Il deputato ha ricordato il piano di incremento del tasso di interesse messo a punto dalla BCE con l'obiettivo di contrastare l'aumento dei prezzi e riportare l'inflazione sotto la soglia del 2%, ha portato a un innalzamento, a febbraio 2023, dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Bce con la previsione di un ulteriore incremento di +50 punti base a marzo.
Sembrano decisioni lontane dalla vita quotidiana, ma invece le conseguenze pesano notevolmente sulle tasche delle famiglie:
- i nuovi mutui a tasso fisso scontano un tasso di interesse medio superiore al 3%;
- i mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8%, con incrementi delle rate di quasi il 40%;
- il costo del denaro nel 2023 probabilmente aumenterà di 14,9 miliardi di euro.
Nell’evidenziare come nella legge di bilancio 2023 sia stata prevista la possibilità di rinegoziare i mutui ipotecari non superiori a 200mila euro per i soggetti con ISEE fino a 35mila euro, Fenu ha chiesto quali ulteriori iniziative il Governo intenda assumere per far fronte all'aumento del costo del denaro per famiglie e imprese, soprattutto per le fasce di reddito medio basse, precisando se, sia intenzione dei Ministri interrogati considerare anche i maggiori guadagni registrati dal settore bancario.
La risposta della Commissione VI Finanze
Il Sottosegretario all'Economia e Finanze Sandra Savio ha preliminarmente ricordato le misure messe finora in atto per contenere l'impatto inflazionistico.
Il riferimento è alle misure volte a contrastare il caro energia tra cui:
- la proroga della riduzione delle aliquote di accisa e IVA sui prodotti energetici utilizzati come carburanti;
- la proroga, con aumento in percentuale dei crediti di imposta sui consumi energetici;
- la proroga per il I trimestre 2023 delle misure che si sono rivelate più efficaci tra quelle adottate nel 2021 e 2022, con una preferenza per quelle mirate a sostenere soprattutto le famiglie fragili e le imprese maggiormente colpite dagli aumenti dei costi energetici. Si tratta, del bonus sociale per le famiglie con redditi bassi, del taglio dell'aliquota IVA sul gas naturale e della riduzione degli oneri fissi sulle bollette per elettricità e gas.
Secondo il MEF, la riduzione degli oneri fissi sulle bollette ha attenuato l'impatto degli aumenti di prezzo, preservando gli incentivi a ridurre i consumi. Tali vantaggi sono, inoltre, maggiori per le famiglie più povere.
Sono state anche portate avanti misure più generali per il contrasto dell'inflazione, tra cui:
- la realizzazione di una «Carta Risparmio Spesa» per redditi sino a 15.000 euro;
- l'incremento dell'Assegno unico per le famiglie numerose con ISEE inferiore ai 40.000 euro;
- il ripristino della norma del 2012 che permette di trasformare, a determinate condizioni, i mutui ipotecari da tasso variabile a tasso fisso, al fine di attenuare l'impatto degli aumenti dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile. I requisiti per beneficiare di questa misura sono un ISEE inferiore a 35.000 euro e un tetto massimo del mutuo a 200.000 euro per l'acquisto della prima casa.
Includendo anche la riduzione del 2% delle aliquote dei contributi sociali per i lavoratori con reddito inferiore a 35.000 euro e di un'ulteriore punto percentuale per i redditi fino a 25.000 euro, le misure a supporto di famiglie e imprese previste dalla Legge di Bilancio 2023 ammontano a circa 1,3% del PIL.
Le iniziative future
Tenendo conto dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche e sull'inflazione aumentata dal perdurare della crisi ucraina, la Commissione segnala un possibile parziale riassorbimento delle tensioni inflazionistiche dovuto alla graduale riduzione dei prezzi del gas e dell'energia.
In questo contesto, il Governo intende “perseguire l’obiettivo di una crescita armoniosa di tutti i settori economici con particolare attenzione alle fasce della popolazione più vulnerabili, al fine di tutelare l'integrità del tessuto economico e sociale”.
Da qui l’impegno previsto nel DEF 2023 per mettere a punto un quadro di previsione macroeconomica e di finanza pubblica in cui considerare tutti i fattori di rischio, in particolare quelli legati alla crisi ucraina, "con l’obiettivo di prevedere ulteriori misure temporanee a tutela delle fasce più deboli della popolazione e per favorire la competitività delle imprese".
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